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da: Circolo Arci Zone K

Sabato prossimo alle 22:00 apertura del concerto dei Lost Weekend al Circolo Arci Zone K con presentazione in anteprima del nuovo disco

Dopo la grande performance dei Mastice la scorsa settimana, il sabato sera al Circolo Arci Zone K propone un altro evento unico ed imperdibile. Sul palco del live club di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara salirà una storica band del panorama ferrarese, i Lost Weekend, per la presentazione ufficiale del loro nuovo album “From Shine Till Rust” (Mummy Bullet Records – Riserva Sonora Records). I Lost Weekend si sono formati a Ferrara all’inizio degli anni ’90. Da allora hanno suonato parecchio in giro per l’Italia, battendo osterie, circoli, bar, pub e festival di ogni ordine di importanza (fino a partecipare a Centofiori a Bologna, ad Arezzo Wave e a Ferrara Sotto le Stelle) e sempre proponendo canzoni originali condite da qualche cover necessaria per inquadrare meglio idee e suono (come nel caso di Highway Patrolman, inserita in For You: A tribute to Bruce Springsteen per Sony Music del 1995). In oltre venti anni, la formazione è cambiata qualche volta ma sempre ruotando attorno alla stessa idea di canzone: nonostante innesti e defezioni, il mood è infatti rimasto sempre lo stesso, maturando anzi parecchio con gli anni. La band è partita dal vecchio roots rock californiano, ci ha messo subito sopra un bel po’ di paisley underground, ha studiato anche alcuni suoni newyorkesi, attaccandoci qualche reminiscenza folk dei Sixties e, alla fine, ha finito per anticipare quel suono che oggi viene genericamente chiamato “americana”.
Il nuovo “Long Playing” conta tredici tracce (compreso il pezzo omonimo “nascosto”) che raccolgono e riassumono gli ultimi cinque anni di lavoro ed evoluzione della band ferrarese. Una specie di “Hits Remastered”, insomma. Il disco ha avuto una gestazione piuttosto complicata ed è stato concepito poco prima che si scatenasse il terremoto emiliano del 2012 che, nonostante la sua scossa, ha lasciato la band forzatamente unplugged per un po’. Il tutto è stato arrangiato e registrato nel covo creativo della band, a Barioland, nella provincia emiliana per poi essere prodotto, mixato e masterizzato tra Vigarano, Milano, Arona, Londra e Viguzzolo.
E’ una raccolta di storie. Storie con immagini anche piuttosto forti prese da episodi personali o da espliciti riferimenti culturali della band e del suo songwriter. Si contano almeno tre o quattro romanzi e/o appunti cinematografici citati anche solo scorrendo i titoli della track list. Sono tutti spunti per considerazioni personali sui rapporti tra le persone e gli elementi, sulla condizione umana -e quella disumana-. E se i riferimenti non si trovassero esplicitamente nel titolo, spuntano tra testi e musica (qua e là si scovano Bob Dylan, Alex Chilton, Neil Young, i Creedence, i Green on Red o i Giant Sand). Si respira il deserto tra l’Arizona e la bonifica di Iolanda di Savoia in For A While, Cherry Red Sofa e in Candles (a passeggio con il Dylan di Time Out of Mind…) ma anche parecchio rumore urbano -Springsteen?- con Gasoline, You’re the Only One e Proud Workin’ Man (dove canta di nascosto anche il leader dei Groovers-studioso di musica popolare-cantautore e, qui, Produttore, Michele Anelli). Si passa dal R&B Sixties di My Sweet Lady, al rock alla “Keef” Richards di Tell Me Now! a quello molto più Southern di Lost Weekend, fino alle ballads Hard Life in 2015 e The Long Goodbye. Ci si sporca di olio con Steelyard Blues per trovarsi poi a correre per strade (The Road) che non conoscono classifiche e vincitori.
Appuntamento come sempre immancabile per tutti gli amanti della buona musica dal vivo.
L’apertura è prevista per le ore 18 con l’immancabile aperitivo “Alta Fedeltà” a suon di dischi in vinile.
L’inizio del concerto sarà intorno alle 22.
L’ingresso è rigorosamente GRATUITO e riservato ai soci Arci.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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