da: staff RockaFE
Prosegue caricandosi di rinnovata energia la ormai storica kermesse musicale che ha piantato ormai in profondità le sue radici nel Parco della Fondazione Navarra a Malborghetto. Come un pugno nello stomaco un lento e potente stoner sound di californiane origini accoglierà il pubblico di Rockafe per trasportarlo in una dimensione onirica, a tratti psichedelica, definita dalle acide sonorità del gruppo.
Stiamo parlando ovviamente degli Space Carlos, compagine ferrarese che vede facilmente riconoscibili nel proprio DNA i geni dei Kyuss, progenitori del genere, abilmente modificati e dopati con i testi in italiano che caratterizzano la band.
Line up composta da Matteo Bizzarri alla chitarra, Carlo Calanchi alla batteria, Filippo Cavallini al basso, Mattia Cenacchi alla chitarra e Matteo Maragno alla voce.
A seguire sul palco, in un vertiginoso crescendo di sensazioni, la potenza di fuoco devastante dei Red Worms’ Farm.
La carica adrenalinica del trio padovano, da più di tre lustri attivo a buona ragione nel panorama musicale nazionale, è capace di creare alchimie esplosive tali da far entrare in risonanza chiunque si scontri con il loro assalto sonoro.
I RWF possono vantare collaborazioni con grandi bands come BlondeRedhead,El Guapo,Us Maple,One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori. Anche se con diverse produzioni in studio alle spalle è però nei live che le due chitarre di Pierre Canali e Marco Martin picchiano ignoranti e cattive e al contempo ipnotiche e trascinanti esprimendo il loro massimo potenziale, trascinate a forza dai battiti tellurici di Matteo Di Lucca alla batteria.
Un genere difficilmente incastonabile in strette definizioni, ma riconducibile a sonorità indie-punk-rock sapientemente miscelate a dovere e che promettono una serata imperdibile.
The rock heart beat!
(in foto: i RWF)
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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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