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Da Comune di Comacchio

Tra pochi giorni Comacchio, cuore del Delta del Po, città di ponti e canali, ma anche di scorci naturali di bellezza ineguagliabile, diventerà ancora una volta il set naturale per una produzione televisiva. Approderanno infatti in laguna produzione e cast dell'”Ispettore Coliandro – Il ritorno 2″, la fortunata fiction, giunta alla sesta serie, sugli schermi di Rai 2. Proprio nella città lagunare, che recentemente ha ospitato il grande festival della letteratura giallo/noir “Nero Laguna”, diretto da Marcello Simoni, la produzione, guidata da Marco ed Antonio Manetti, girerà l’ultimo episodio della serie, che ha per protagonista l’Ispettore Coliandro, personaggio uscito dalla penna di Carlo Lucarelli, uno dei più autorevoli esponenti del giallo italiano. E’ stato lo stesso autore, proprio nell’ambito della prima edizione di “Nero laguna”, a rimarcare l’unicità di questo territorio, tanto da anticipare l’intenzione di portare fra ponti e canali il suo poliziotto bolognese. Le riprese a Comacchio si svolgeranno infatti nel breve.
Coliandro è un ispettore di polizia, interpretato sullo schermo da Giampaolo Morelli, personaggio che scardina il prototipo classico dell’investigatore, strano e imprevedibile. Gli episodi inediti della sesta edizione sono girati a Bologna e nelle zone attorno alla città metropolitana già da febbraio, ma, come sempre, le indagini seguono un loro strano corso e ora stanno spingendosi oltre, verso il mare, in direzione Comacchio.
La fiction dell’Ispettore Coliandro sarà trasmessa su Rai 2 sul finire del 2017 o all’inizio del 2018.
I paesaggi minimali, spesso teatro di storie estremi, le nebbie e la particolarità dell’ambiente della laguna hanno sempre ispirato i grandi registi e documentaristi. La filmografia del Delta è estesissima: oltre 500 pellicole sono state prodotte nel Delta del Po, a partire dal kolossal “La donna del fiume”, diretto da Mario Soldati. Tanti sono i maestri del cinema che hanno lasciato un segno indelebile nel territorio attraverso le loro pellicole da Michelangelo Antonioni a Wim Wenders, sino a Giuliano Montaldo, solo per citarne alcuni. Le produzioni più recenti annoverano la fiction “Nebbie e delitti” (Riccardo Donna, 2005/2007) tratto dal romanzo di Velerio Varesi con protagonisti Luca Barbareschi e Natasha Stefanenko e “Mal’aria” (Paolo Bianchini, 2009) ispirato all’omonimo romanzo di Eraldo Baldini. Senza dimenticare il regista Premio Oscar Gabriele Salvatores, giunto a Comacchio nel maggio del 2015, per girare con l’attore Pierfrancesco Favino lo spot del’azienda Barilla, che ha portato sul piccolo e sul grande schermo le immagini di Comacchio, trasformata in un borgo marinaro degli anni ’50. Da ultimo, ma non per ultimo, il recente docu-film “Caro Lucio ti scrivo”, omaggio al grande cantautore bolognese Lucio Dalla, in parte girato a Comacchio.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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