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Oggi pomeriggio la cerimonia religiosa per la riapertura dell’edificio religioso gravemente danneggiato dal sisma del 2012. Dalla Regione Emilia-Romagna 700 mila euro, su un costo complessivo di 904 mila euro. L’assessore Costi: “Siamo orgogliosi di aver contribuito a restituire un simbolo così importante per la comunità”

Bologna – Riapre il luogo di culto e viene restituito alla comunità un importante bene storico artistico. Sarà inaugurato, oggi pomeriggio, in località Palata Pepoli di Crevalcore, nel bolognese, il complesso parrocchiale di S. Giovanni Battista, lesionato dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Dopo cinque anni e importanti lavori di consolidamento e restauro, la chiesa sarà riaperta definitivamente al culto, con la celebrazione di una solenne messa di ringraziamento. Alla cerimonia sarà presente anche l’assessore regionale alle Attività produttive con delega alla ricostruzione post sisma, Palma Costi.
Il complesso immobiliare oggetto di intervento, è composto dalla chiesa, dalla canonica e dal campanile. L’intervento di riparazione, per un costo complessivo di quasi 904 mila euro, è stato finanziato, attraverso il Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali, dal presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, con un contributo di 708 mila euro a cui si è aggiunto un co-finanziamento assicurativo di oltre 195 mila euro. A oggi è stata richiesta dalla Arcidiocesi di Bologna la liquidazione del primo, secondo e terzo acconto pari a quasi 558 mila euro.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a ridare ai cittadini un luogo simbolo della loro comunità- commenta l’assessore Costi- e di vedere rinascere i centri storici, a partire proprio dalle loro chiese. Questa di oggi è una inaugurazione importante testimonianza anche del buon lavoro di squadra di tecnici, amministratori e istituzioni religiose. Collaborare tutti insieme con un obiettivo condiviso permette di raggiungere ottimi risultati nei tempi giusti”.

La chiesa parrocchiale di Palata Pepoli è costituita da una navata centrale con copertura a capriate in legno e soffitto a volte a botte con mattoni in foglio, due cappelle laterali con volta a botte, un presbiterio con volta a vela, un ripostiglio ed un doppio volume. Fino al 2012 vi erano custoditi un insieme di dipinti rappresentativo della scuola pittorica bolognese dal XVI al XVIII secolo. Le opere esposte erano di Francesco Gessi, Alessandro Tiarini, Giovan Battista Ramenghi, Ercole Graziani e Bartolomeo Passerotti. Dopo il terremoto di maggio 2012 l’archivio storico e le opere d’arte sono state prese in custodia dalla Soprintendenza ai Beni artistici. Sulla parete est della Chiesa è addossata la canonica, edificio a due piani fuori terra ed uno interrato. Il campanile, collocato vicino alla parete ovest della Chiesa, ha struttura portante in muratura ed è a pianta quadrata.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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