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Da: Organizzatori

Sabato 4 febbraio alle ore 17, a Bondeno presso la Galleria Il Vicolo Casa d’Arte, vicolo della Posta 9, verrà inaugurata la mostra
Reportage dall’isola del pianto.
Angelica incatenata e altre storie ‘furiose’ raccontate con la fotografia e l’ex libris

La mostra presenta le opere fotografiche realizzate nel settembre 2016 a RiminiRock, durante il workshop pensato dal Centro Etnografico Ferrarese – Osservatorio Nazionale sulla Fotografia e prodotto dal Fotoclub Ferrara, in sinergia con l’Associazione Bondeno Cultura, per celebrare i 500 anni dell’Orlando Furioso.
Cinque fotografi, i modenesi Lucia Castelli e Sara Cestari, il rodigino Enrico Chiti, l’imolese Nedo Zanolini, il ferrarese Luca Zampini, con il tutoraggio e la direzione artistica di Roberto Roda ed Emiliano Rinaldi, con la partecipazione delle modelle, artiste e performer Luna Malaguti e Ngoc Phuong Ong e la collaborazione dell’esperta di make-up Arnika Laura Gerhard, si sono ritrovati fra le fiabesche scenografie di RiminiRock per raccontare, con la fotografia e l’ex libris fotografico, alcune vicende dell’Orlando ariostesco, in maniera non certo illustrativa, ma piuttosto cercando di interpretare visivamente, magari un po’ fellinianamente, la modernità del divertimento ariostesco.
RiminiRock è il nome di un’azienda romagnola che ha fatto della fantasia e della creatività artigianale il suo punto di forza. Produce rocce “naturalmente” artificiali e costruisce fiabeschi scenari per i centri benessere e le spa di grandi hotel, stabilimenti termali e per le ville di facoltosi magnati del jet-set internazionale. Per far toccare con mano ai propri facoltosi clienti ciò che i suoi artigiani possono realizzare, RiminiRock ha creato sul colle di Covignano un insolito show-room, uno spazio termale da favola, perfettamente funzionante, fatto di grotte, dirupi, anfratti, ruine di antichi templi, scogliere, laghi increspati da moti ondosi, cascate e cascatelle, tutto deliziosamente e “naturalmente” artificiale. In questo universo, che sembra uscito dagli effetti speciali di un film mitologico, le vicende del Furioso hanno potuto trovare una incantevole e incantata scenografia, consentendo ai fotografi di raccontare Angelica perennemente in fuga, Angelica catturata dai pirati di Ebuda e condotta al sacrificio, l’arrivo del mostro marino, Angelica liberata da Ruggiero, Olimpia salvata da Orlando e ancora l’arrivo delle Arpie, Melissa che restituisce forma umana agli amanti trasformati dalla maga Alcina, ecc.
Il lavoro dei fotografi non è stato, si diceva, di superficiale illustrazione del poema, perché preceduto da un serio approfondimento sui meccanismi narrativi dispiegati dall’Ariosto, sulla fortuna iconografica e su quella popolare del Furioso che, come noto, ha saputo, come pochi altri capolavori letterari, influenzare la narrativa orale e quella visiva (arti figurative, cinema, fumetto…). Le fotografie, costruite durante il workshop, hanno saputo raccontare situazioni drammatiche, ma pure toccare le corde del divertimento e dell’ironia, che del resto sono presenza imprescindibile nel poema ariostesco. Merita citazione, fra le tante esilaranti “trovate” dei creativi autori, quella che vede Angelica trasfigurata in una pin-up degli anni cinquanta, insidiata da un’orca salvagente… gonfiabile. Un omaggio al Furioso certo, ma anche un riferimento a Rimini, alla capitale adriatica delle vacanze balneari, che ha ospitato il lavoro dei fotografi. Assolutamente degne di nota le spettacolari sequenze anfibie e subacquee che vedono Angelica, incatenata allo scoglio dell’Isola del pianto, terrorizzata dall’arrivo del mostro marino intenzionato a divorarla. Le riprese in acqua e sott’acqua sono state realizzate grazie all’impiego di una fotocamera digitale “rugged” Leica XU, messa gentilmente a disposizioni dei partecipanti al workshop da Leica Store di Bologna, partner collaborativo dell’iniziativa foto-laboratoriale.

All’inizio di marzo il REPORTAGE DALL’ISOLA DEL PIANTO arriverà anche nelle librerie italiane, grazie ad un volume fotografico di grande formato, prodotto dall’editoriale Sometti di Mantova. L’edizione rendiconterà non solo i risultati, approdati in parete, ma l’intero, lungo, interessantissimo lavoro di ideazione, preparazione e post-produzione di questa particolarissima esperienza creativa e didattica al tempo stesso
Reportage dall’Isola del pianto chiude idealmente una trilogia di proposte fotografiche sperimentali, innovative, pensate e promosse dal Fotoclub Ferrara in sinergia con l’Osservatorio Nazionale sulla Fotografia. Iniziate nel 2012 con Ai margini della realtà. Esercizi di fotografia creativa e concettuale ispirati al Blow up di Antonioni, proseguite nel 2014 con Giallo, Noir e Perturbantr. Esercizi di fotografia narrativa liberamente ispirati a Shining di Kubrick e non solo queste proposte trovano ora conclusione non effimera nelle storie ‘furiose’ del Reportage dall’Isola del Pianto e formano un unicum nella contemporanea fotografia italiana di ricerca.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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