Skip to main content

Da: Segreteria Generale Comune di Comacchio

Con riferimento agli articoli apparsi in data odierna, arriva puntuale la replica dell’Amministrazione Comunale.
“Le assemblee sindacali si possono svolgere sia durante l’orario di lavoro che al di fuori.  Quella svolta ieri in orario di lavoro – afferma il Sindaco Marco Fabbri – è sembrata più uno <> che non una vera e propria assemblea. Il CCNL del 2017 sulle prerogative sindacali, difatti, prevede che “i dipendenti pubblici hanno diritto di partecipare, durante l’orario di lavoro, ad assemblee sindacali in idonei locali concordati con l’amministrazione, per 10 ore annue pro capite senza decurtazione della retribuzione”.

Per le assemblee sindacali, inoltre, esistono anche delle regole ben precise su chi non può partecipare alle riunioni suddette e il datore di lavoro (dunque l’Amministrazione Comunale) è il primo escluso potendo prendervi parte solo su invito del personale, invito mai pervenuto.
“È da metà luglio – prosegue il Sindaco- che la delegazione di parte pubblica, con ben tre note di invito alle OOSS completamente disattese, attende di sedersi a un tavolo per proseguire il confronto rispetto ad uno stato di agitazione per il quale non si conoscono le reali motivazioni. Ad oggi le ragioni note sono poche o nulle se non che << i dipendenti lavorino troppo>>, affermazione che lascia il tempo che trova. Sono consapevole che il Comune di Comacchio ha fatto passi da gigante in questi anni anche grazie al lavoro di tanti dipendenti che, nonostante le leggi nazionali abbiano posto tanti paletti sui turn over, hanno continuano lavorare alacremente osservando, tuttavia, l’orario previsto dal contratto collettivo nazionale ovvero 6 ore al giorno”.

“Il problema – continua il Sindaco – non è trovare un accordo, perché con il contraddittorio si può risolvere ogni problema, ma superare il muro contro muro che i sindacati hanno eretto durante l’incontro con la delegazione di parte pubblica abbandonando il tavolo delle trattative.
Su una cosa siamo pienamente concordi, non possono trovare un dialogo alcune richieste insensate, come ad esempio, la richiesta dei sindacati di ignorare i rilievi e le illegittimità espresse dal MEF nelle passate settimane, di incrementare il fondo del salario accessorio senza criteri oggettivi e destinare maggiori risorse da distribuire “per evitare di intaccare il salario accessorio del personale dipendente” (nota OO.SS. del 05 luglio 2019).  Da parte nostra c’è tutta la volontà e la disponibilità ad ascoltare le diverse proposte e le loro motivazioni per arrivare ad una intesa con i lavoratori, diversamente è legittimo che i dipendenti esprimano il proprio pensiero anche attraverso uno sciopero.
Riporto però il pensiero comune di tanti cittadini perché sono dispiaciuto di vedere gente insoddisfatta quando non dovrebbe esserla. Quotidianamente prendiamo in carico nostri concittadini che chiedono lavoro, che faticano ad arrivare a fine mese, che hanno lo sfratto esecutivo. Ogni dipendente ha il diritto di esprimere il proprio pensiero – dice il primo cittadino – ma sono sincero: mi dispiace vedere la gente insoddisfatta quando non lo dovrebbe essere.

“In queste settimane, elaboreremo anche la proposta di assunzione di personale 2020/2022. In questi anni abbiamo avuto tante cessazioni che abbiamo sostituito nei limiti di legge. Certo che comunque definire sottorganico un Comune con quasi 200 dipendenti e una spesa che supera gli 8 milioni di euro per le spese di personale, mi sembra altrettanto discutibile.  I dipendenti comunali dicono di voler dare un miglior servizio ai cittadini poi proclamano lo sciopero: in questo modo il servizio non solo non è migliore ma viene tolto del tutto. Nelle prossime settimane intendiamo anche svolgere un’analisi sulla customer satisfaction dei cittadini rispetto alla qualità dei servizi, ma anche del contatto diretto con i cittadini perché è giusto comprendere come migliorare a 360° il servizio pubblico. Vediamo – conclude il Sindaco- se veramente c’è intenzione di riaprire il confronto o meno al tavolo della delegazione trattante fissando immediatamente una data”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it