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da: ufficio stampa Alberto Mazzotti

Nel 2016 ricorre il centenario della morte di Olindo Guerrini.
Decine le iniziative previste sul territorio: le coordina l’Associazione Amici di Olindo Guerrini, nata per l’occasione.
Sabato 26 marzo la prima iniziativa: “Cent’anni suonati” a Sant’Alberto.

Ricorre il 21 ottobre 2016 il centenario della morte di Olindo Guerrini, il poliedrico intellettuale santalbertese a molti noto per le poesie dialettali scritte con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti.

“Poeta italiano – si legge nella scheda biografica dell’enciclopedia Treccani – fu per molti anni direttore della Biblioteca universitaria di Bologna e compilò anche alcune opere erudite (La vita e le opere di G. C. Croce, 1908). Sotto lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti, che egli presentò come un giovane morto di tisi, pubblicò Postuma (1877), Polemica e Nova polemica (1878), versi che costituirono il manifesto del Verismo poetico italiano. Quella di Guerrini è una delle voci che si oppongono allo stanco sentimentaleggiare del tardo Romanticismo italiano. Abile polemista, dalle accese punte anticlericali, Guerrini battagliò a lungo contro di esso. Guerrini fu un fecondo verseggiatore dal gusto goliardicamente incline alla beffa e allo scandalo”.

In occasione della ricorrenza, nel corso dell’intero anno una quindicina di realtà culturali del territorio hanno previsto decine di iniziative dedicate a Guerrini, che iniziano sabato 26 aprile, proseguono per i mesi successivi e si intensificheranno ovviamente ad ottobre. Recital, gastronomia, musica, convegni, mostre, pubblicazioni, visite guidate: per ricordare un personaggio eclettico come Guerrini – alias Lorenzo Stecchetti, Argìa Sbolenfi, Marco Balossardi, Giovanni Dareni, Pulinera, Bepi e Mercutio – saranno organizzate iniziative che toccano temi diversi, eventi che rispecchiano la personalità e la creatività del poeta.

Inoltre, da qualche mese si è costituita a Sant’Alberto l’Associazione Amici di Olindo Guerrini, che organizzerà alcune delle iniziative più importanti (fra cui ad ottobre una mostra, un convegno e un’edizione critica dei Sonetti romagnoli) e che coordinerà il calendario delle manifestazioni comuni.

L’associazione ha anche attivato un apposito sito internet, www.amicidiolindoguerrini.it, che conterrà tutte le informazioni legate a Guerrini e al centenario, e sarà aggiornato in tempo reale sugli eventi e le iniziative in programma.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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