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Da Ufficio stampa

Inizia finalmente la rassegna “Reazione K”, ideata da Arci Zone K, in collaborazione con Arci Ferrara e con il patrocinio del Comune di Ferrara, alla sua prima edizione, che si svolgerà presso il teatro Sala Estense di Ferrara.
Un inizio col botto che vedrà, Giovedì 5 Ottobre, l’unica data europea di un musicista straordinario come Matthew Caws.
Matthew Caws è la chitarra e la voce della celebre band power-pop newyorchese Nada Surf, attiva sin dal 1992, anno in cui Caws forma il progetto assieme a Ira Elliot (batteria) e Daniel Lorca (basso).
Dopo aver attirato l’attenzione di Ric Ocasek (storico leader dei The Cars) che riesce a fargli ottenere un contratto con la Elektra Records, la band pubblica il disco d’esordio (“High/Low”) nel 1996. Trainato dal singolo “Popular” l’album conosce uno straordinario successo di pubblico, a cui segue un lungo tour che porta la band in giro per tutto il mondo.
Se “The Proximity Effect” (1998) è un disco che segna una decisa maturazione compositiva, il successo di vendite non si replica, e la band decide di prendersi una pausa per ritrovare nuovi stimoli ed idee. Il terzo lavoro dei Nada Surf arriva solo nel 2002. “Let Go”, che esce per una nuova etichetta, la Barsuk Records, ed ottiene un incredibile successo di critica e pubblico, segnando una vera e propria rinascita per Matthew Caws e colleghi. Brani come “Inside of Love” ottengono grande popolarità tra le radio americane, finendo per essere inseriti anche in innumerevoli compilation, film e serie tv (celebre la versione di “If You Leave” degli Orchestral Manouvres in the Dark registrata per il serial televisivo “The O.C.”).
Fresca di questo enorme successo la band si imbarca nuovamente in un lungo tour internazionale, che la porta a suonare anche in numerosi festival europei. Nel 2005 esce “The Weight is a Gift”, prodotto da Chris Walla, chitarrista dei Death Cab for Cutie, altro buon successo che include hit come “Always Love”
Nel 2008 la band da alle stampe “Lucky”, lavoro introspettivo e musicalmente ambizioso. “Weightless” e “Whose Autority” sono buoni successi, e la band si arricchisce di un nuovo componente che li accompagna in tour, Martin Wenk dei Calexico. Nel 2010 esce “If I Had a Hi-Fi”, disco che raccoglie cover di altri artsiti, che spazia da una personalissima versione di “Enjoy the Silence” dei Depeche Mode sino a materiale di Kate Bush, Spoon e Go-Betweens. Nel 2012 la band accoglie ufficialmente tra i propri componenti il chitarrista Doug Gillard, già con la storica band indie rock Guided By Voices, e pubblica il settimo lavoro della propria carriera, “The Stars are Indifferent to Astronomy” contraddistinto da una rinnovata energia rock. E’ di marzo 2016 invece l’ultima fatica della band, “You Know Who You Are”, che include due brani scritti assieme a Dan Wilson dei Semisonic.
Sopraffino autore di melodie pop, Matthew Caws alterna agli impegni con i suoi Nada Surf un attività solista in versione live, dove reinterpreta il repertorio della band in chiave acustica e più intimista. Matthew Caws è anche metà del duo Minor Alps, che lo vede dividere il palco con Juliana Hatfield. Il loro album d’esordio “Get There” è del 2013.
Un appuntamento imperdibile con la musica internazionale, tratto distintivo della direzione artistica dell’Arci Zone K, che continuerà anche con il secondo evento, Sabato 14 Ottobre, quando sul palco della Sala Estense arriverà una leggenda vivente, Robyn Hitchcock.
La biglietteria per il concerto di Matthew Caws aprirà alle ore 21, il concerto inizierà alle 22 precise.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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