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Da: Organizzatori

Quindici comuni del bolognese e dell’imolese non hanno ancora accolto migranti. In quattro di questi (Galliera e San Giorgio di Piano, ancora nel cratere, e Minerbio e Fontanelice) le minoranze sono già pronti ad alzare le barricate.
Uniti per Galliera, espressione della minoranza, è fermamente contraria all’accoglienza indiscriminata. Il capogruppo Diego Baccilieri commenta: “Prima di tutto vanno distinti i profughi, che hanno diritto di asilo, dai migranti che sono dei clandestini” ed annuncia di aver presentato già due interrogazioni al riguardo, facendo inoltre notare che ‘Galliera non ha strutture pubbliche utilizzabili, quindi si guardi altrove’.

Simone Carapia, residente ed ex consigliere di Fontanelice ed ora ad Imola, commenta ‘Il circondario imolese e la valle del Santerno hanno fatto già la loro parte sulla questione profughi, con Imola, Casalfiumanese, Castel Guelfo e Castel San Pietro Terme. Il nostro territorio ha già dato e mi auguro che i nostri amministratori non subiscano pressioni da Enti sovraordinati e Prefetto per nuovi arrivi. Prima aiutiamo i nostri concittadini che hanno difficoltà sul territorio e poi pensiamo al resto’.

Si uniscono poi i consiglieri di San Giorgio e Minerbio; Marco Bonora (San Giorgio di Piano) commenta:
“Guardiamo con preoccupazione crescente alla politica dissennata dell’accoglienza a livello nazionale. San Giorgio non dispone di strutture attrezzate o attrezzabili utili ad ospitare cittadini stranieri e comunque qualsiasi arrivo di migranti sul nostro territorio deve necessariamente coinvolgere preventivamente tutte le istituzioni locali compreso il consiglio comunale e deve evitare l’imposizione forzata come avvenuto in questi giorni in alcune comunità ” .
Floriano Rambaldi, consigliere a Minerbio afferma: “Questi Comuni, per via degli affitti molto più bassi, in passato hanno già conosciuto una ondata migratoria e si sono raggiunti equilibri che riteniamo non debbano essere toccati: andarli a modificare non può fare altro che creare delle situazioni disastrose e drammatiche. Trovo inoltre piuttosto tendenzioso prendere quale dato di riferimento l’estensione geografica del 27% e non la popolazione di questi territori che, a conti fatti, rappresenta una minima parte della popolazione dell’area metropolitana. Infine, parliamo di territori dove la tensione sociale è già molto alta: pensiamo a Gaggio Montano che sta vivendo una situazione economica poco felice dovuta alla crisi della Saeco. Come è possibile inserire ulteriori persone in un territorio già così provato? Si alimenterebbe una guerra tra poveri che non è ammissibile”.
“Sostegno e solidarietà ai Comuni che hanno avuto il coraggio di dire ‘no’ – conclude Galeazzo Bignami, presidente del gruppo FI in Regione Emilia-Romagna -. Ormai conosciamo l’andazzo. Con la scusa di far arrivare ‘pochi’ profughi, di fatto poi si costringono i Comuni ad accogliere ben oltre le loro possibilità. Anche sindaci che non sono certo di centrodestra ormai stanno capendo che con l’imposizione non si risolve nulla, che niente può giustificare questo presunto stato di emergenza che deriva esclusivamente dal non sapere distinguere i veri rifugiati di guerra da quelli che sono semplicemente clandestini mantenuti con i nostri soldi. La politica del rimpatrio non funziona, la tensione sociale è al massimo e chi ci amministra, a livello regionale, fa finta di non vedere. Ci continuano a raccontare che i sindaci sono informati ma ciò, sempre più spesso, non corrisponde a realtà. Lo vediamo e lo percepiamo quotidianamente. I sindaci e i loro Comuni vanno riportati al centro di questo processo decisionale. I cittadini, lungi dall’essere razzisti, chiedono solo rispetto e considerazione, questo è il segnale che è arrivato da Goro”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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