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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Govoni: “Il nostro modello di ‘brand geografico’ è forte, perché i prodotti a denominazione non hanno solo un grande valore economico, ma storico, culturale, identitario”. Concluderà i lavori l’On. Paolo De Castro, Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo

La provincia di Ferrara è in testa alle classifiche per le denominazioni riconosciute. Sarà questa la prima considerazione nel dibattito che si svolgerà, su impulso della Camera di commercio di Ferrara, il prossimo mese di febbraio nella sala Conferenze dell’Ente di Largo Castello. “Sarà un evento – ha commentato il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni – che affronterà il tema delle produzioni tipiche da moltissimi punti di vista, cercando di circoscrivere quello che per sua natura è un ambito assai eterogeneo, fatto di prodotti basati su materie prime e lavorazioni differenti e con costi molto diversi. Per avere il polso del settore – ha proseguito il presidente – inviteremo tutti gli stakeholders coinvolti nelle produzioni di qualità, dalle istituzioni ai produttori, dai chimici agli agronomi, fino alle imprese di distribuzione, che portano questi prodotti nel mondo e nelle mense scolastiche dei comuni italiani, educando al consumo anche i nostri figli“.
Non a caso il territorio ferrarese, con 17 prodotti certificati dall’Unione europea (più quello in arrivo dei Cappellacci di zucca), è tra i leader assoluti, a livello nazionale, nel campo delle produzioni di qualità. “Un patrimonio – ha concluso Govoni – che la Camera di commercio intende continuare a valorizzare al meglio, attraverso azioni coordinate e strategiche per far crescere ancora un settore che vale già oggi, in Italia, 13,5 miliardi di euro”.
Dal Parmesan all’Asiago, dal finto aceto balsamico di Modena ai wine kit: sono solo alcuni dei più noti “tarocchi” diffusi all’estero che imitano le eccellenze agroalimentari made in Italy. È il fenomeno dell’Italian sounding – prodotti che vengono spacciati per italiani ma che non lo sono affatto – un mercato che nel mondo vale oltre 60 miliardi di euro, ossia esattamente il doppio delle esportazioni dei prodotti originali. E allora ecco che i marchi di qualità “Dop” e “Igp” vengono in soccorso come mezzo di contrasto contro il fenomeno della contraffazione fuori dai nostri confini.
Tra i relatori dell’evento organizzato dalla Camera di commercio, l’On. Paolo De Castro, Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, secondo il quale “La tutela delle produzioni di qualità è da sempre una priorità per l’Europa. Grazie alle norme contenute nel Pacchetto qualità approvato dal Parlamento europeo lo scorso anno, abbiamo messo in campo uno strumento concreto per bloccare fenomeni di contraffazione all’interno dei confini europei come testimoniano i casi ben noti del falso Prosciutto San Daniele o del falso Olio Igp Toscano in Gran Bretagna, prontamente sequestrati”.
Nel corso dei lavori, infine, saranno illustrate le azioni del Ministero delle politiche agricole e forestali per la tutela e la promozione dei prodotti Dop e Igp sul fronte nazionale e internazionale. 5 le azioni principali: rilancio dei consumi sul mercato italiano con un accordo siglato con la GDO, rafforzamento del contrasto alla contraffazione anche sul web, focus sulle indicazioni geografiche nel piano del Governo per il sostegno all’export Made in Italy, difesa del sistema delle denominazioni a livello internazionale e testo unico per le Dop per semplificare le norme a favore di imprese e consorzi di tutela.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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