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Da Comune di Voghiera

Voghiera per il terremoto: I Volontari Della Pro Loco ringraziano la comunità per la sensibilità dimostrata
Il cuore grande di Voghiera di nuovo al fianco di chi si trova in difficoltà: sono in partenza in questi giorni oltre 240 litri di prodotti per l’igiene e la pulizia della casa e della persona e 600 dosi di lavabiancheria acquistate da Pro Loco Voghiera con i fondi raccolti per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto nelle Marche.
“Come ogni anno – ricorda il vice presidente Annalisa Sireus – gli incassi di una delle serate della tradizionale fiera di Voghiera sono destinate alla solidarietà. A tale scopo organizziamo da ormai 4 anni una cena di beneficenza il cui ricavato viene interamente dedicato ad azioni ed interventi per aiutare chi si trova in difficoltà”. I fondi raccolti vengono di volta in volta impiegati in progetti concreti con l’acquisto di prodotti, attrezzature, tecnologie e beni materiali.
Nell’edizione 2017 i volontari di Pro Loco Voghiera hanno proposto alla propria comunità una raccolta fondi per il terremoto: “Secondo la tradizione – continua Sireus – anche quest’anno Voghiera ha aderito con entusiasmo alla nostra proposta e grazie alla numerosa partecipazione oggi riusciamo a consegnare alle popolazioni del centro Italia detergenti per 36 litri di anticalcare, 36 litri di prodotti multiuso, 36 litri di sgrassatore, 72 litri di lavapavimenti, 60 litri tra sapone lavapiatti, lavamani, ammorbidente, lavatrice, oltre a 600 dosi per il lavaggio in lavatrice. Un grandissimo successo ed una conferma dello spirito di altruismo e solidarietà che caratterizza il nostro comune”.

I prodotti – anche per facilitare il trasporto, la conservazione e la distribuzione – sono stati forniti sfusi ed imbottigliati oppure in ecodosi, solubili in acqua e rispetto l’ambiente secondo le logiche del consumo responsabile. Questo è stato possibile grazie alla disponibilità e collaborazione del punto vendita Centro Edile Finotti Enzo e Cleprin, azienda leader in Italia nella produzione di detergenti ecologici idrosolubili che hanno partecipato alla donazione. Il segretario dell’Associazione Elia

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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