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Da: Informazioni Nuovecarte
Venerdì 31 maggio p.v. dalle ore 17 nella Sala dell’Arengo del Palazzo Municipale di Ferrara, in occasione della pubblicazione del volume di Gina Nalini Montanari, La corte estense in festa. Dame protagoniste del Rinascimento a Ferrara (Nuovecarte, 2019), l’Autrice, con Giuliana Berengan accompagnerà il pubblico “Ad incontrar le Dame con diletto tra parole e danza”.

Non una semplice presentazione, quindi, per il libro di Nalini Montanari, che gode del patrocinio del Comune di Ferrara e si pregia di uno scritto introduttivo di Edoardo Penoncini, e della prefazione del vicesindaco Massimo Maisto, bensì un vero e proprio spettacolo, in collaborazione con l’Ente Palio e inserito nel programma del “Palio edizione 2019”.
L’ideazione scenica di Giuliana Berengan, che ci riporterà ad assaporare i suoni, i colori, le movenze delle feste estensi, vedrà la partecipazione di Ilaria Zeri, voce recitante, e Paolo Catani, dicitore, che intrecceranno le parole alle sapienti coreografie del Gruppo Danza San Giacomo.

Il libro La corte estense in festa, in 160 pagine a colori, riccamente illustrate, ci racconta la vita degli Este a Ferrara negli anni fastosi del Rinascimento, attraverso i momenti ludici e celebrativi osservati da una prospettiva che privilegia lo sguardo delle e sulle donne che ne furono le principali interpreti. Che divengano esse stesse l’emblema della festa o che il loro essere protagoniste afferisca piuttosto ai momenti organizzativi e preparatori, le dame sono sempre al centro della scena.

Principesse di Ferrara o di fuori avevano tutte un comune denominatore identitario: educate ed istruite dai migliori maestri del tempo, erano donne di notevole intelligenza e forte personalità. Accanto ai loro mariti svolsero ruoli di rilievo all’interno della vita politico-culturale del loro Stato.
All’occorrenza, molto spesso in assenza del marito, seppero mettere in atto l’educazione loro impartita in funzione della loro futura condizione di donne di potere: sagaci interlocutrici, abili diplomatiche furono in grado di governare lo Stato con autorevolezza e mitezza al contempo, con giustizia e moderazione, con equilibrio e sensibilità.
Nell’espletare tali funzioni politiche agivano pur sempre all’ombra dei mariti, mentre avevano piena libertà nello svolgere quelle mansioni considerate per tradizione proprie delle donne: l’educazione dei figli, la gestione della casa, la tutela dei monasteri, la elargizione delle elemosine; e soprattutto godevano di ampia autonomia nell’ambito politico-culturale.
Era di loro competenza gestire i programmi artistico-culturali della corte, organizzare le manifestazioni per eventi ufficiali, provvedere ai divertimenti e ai grandiosi banchetti che sempre accompagnavano quegli importanti momenti di festa, occasioni di grande visibilità agli occhi delle altre corti italiane ed europee cui ostentare magnificentia nella eccellenza delle arti e nello splendore della vita di corte (Gina Nalini Montanari).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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