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Comunicato stampa Confindustria Emilia.

PREMIO ESTENSE 2021: ALBERTO E GIANCARLO MAZZUCA, FRANCESCA NAVA ALESSANDRO SALLUSTI E WALTER VELTRONI, GLI AUTORI FINALISTI.

Al giornalista romano, conduttore di Atlantide, Andrea Purgatori va il “Granzotto”

La giuria del Premio Estense, presieduta da Guido Gentili, e composta da Giacomo Bedeschi, Michele Brambilla, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Giordano Bruno Guerri, Alberto Faustini, Laura Laurenzi, Alessandra Sardoni e Gian Antonio Stella, che si è riunita a Ferrara il 22 maggio 2021 per la scelta dei quattro volumi finalisti sui 49 presentati alla 57esima edizione del premio giornalistico, ha deliberato a maggioranza di portare in finale Alberto e Giancarlo Mazzucca con “Gianni Agnelli in bianco e nero” (Baldini+Castoldi), Francesca Nava con “Il focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale” (Editori Laterza), Alessandro Sallusti con “Il sistema. Potere, politica affari: storia segreta della magistratura italiana” (Rizzoli) e Walter Veltroni con “Labirinto italiano. Viaggio nella memoria di un Paese” (Solferino).

La giuria presieduta dal presidente della Fondazione Premio Estense, Gian Luigi Zaina, e composta da sei industriali (Mauro Baroni, Andrea Fedele, Giorgio Piacentini, Elena Ruzziconi, Maria Adelaide Vaccari, Roberto Vancini), sentito il parere della giuria tecnica, ha assegnato al giornalista di La7 Andrea Purgatori il 37° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione”.

Istituito nel 1985 in memoria di Gianni Granzotto, presidente per venti anni delle giurie dell’Estense, il riconoscimento viene conferito a chi, operando nel campo dell’informazione, si sia particolarmente distinto per correttezza, impegno e professionalità.

La cerimonia conclusiva del Premio Estense 2021 avrà luogo sabato 25 settembre, con la consegna dell’Aquila d’Oro al giornalista che la giuria tecnica e la giuria dei lettori avranno scelto quale vincitore.

“Per Confindustria Emilia è sempre stato importante uscire dai propri capannoni e occuparsi della società. Il Premio Estense era, e continua a essere, un impegno civile nei confronti della cultura. Questa intuizione di Piacentini, fondatore del Premio nel 1965, è più che mai attuale e visionaria”, ha ricordato il presidente della Fondazione Premio Estense Gian Luigi Zaina. “Grazie a Guido Gentili e agli altri giornalisti della giuria tecnica per la qualità del dibattito che ha portato alla definizione della quartina finalista. Questo è l’anno della speranza e ci auguriamo tutti di rivederci a settembre al Teatro Comunale”.

“Abbiamo avuto tanti libri candidati anche quest’anno, ormai non è più una novità”, ha sottolineato il presidente della giuria tecnica Guido Gentili. “Il filo conduttore della quartina finalista, ancora una volta, è stato la qualità. Il dibattito è stato intenso e il punto di equilibrio sulla designazione definitiva non è stato semplice. D’altro canto, la tradizione dell’Estense è questa: la concorrenza tra autori che fanno un giornalismo di eccellenza”.

“Il forte interesse per l’arte e la cultura espresso dal Premio Estense”, sottolinea Monica Lorenzetti, Area Manager Ferrara di BPER Banca, anche quest’anno main sponsor dell’evento, “trova piena sintonia con i valori di BPER Banca, che da sempre è sensibile alle esigenze dei territori in cui opera. A Ferrara e nella sua provincia abbiamo confermato questo ruolo, consolidando in questi anni il sostegno a numerose iniziative culturali, sociali e sportive, tra cui il Premio Estense spicca per il suo rilievo nazionale. Istituzioni come le banche, infatti, creano valore non solo economico, e hanno il dovere di restituirlo alla collettività”.

“C’è una grande richiesta di informazione verificata e di qualità”, ha rimarcato il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna Giovanni Rossi. “La velocità con cui l’informazione viaggia rende sempre difficile questa missione. Ciò nonostante, deontologia e formazione dei colleghi sono asset essenziali del nostro organismo di categoria, non c’è dubbio. A Bologna abbiamo un master prestigioso che forma giovani giornalisti. Sulla base di queste idee programmatiche non potevamo che scegliere una collaborazione, ci auguriamo ampia e destinata a durare, con il premio Estense”

 

 

 

 

 

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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