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da: organizzatori

Sabato scorso negli spazi di Wunderkammer, alla presenza del 50% dei soci, si è tenuta l’assemblea di approvazione del bilancio 2015 e presentazione del primo bilancio sociale della cooperativa specializzata in biblioteche, archivistica, catalogazione e servizi educativi che conta 163 dipendenti.

All’apertura dei lavori il Vicesindaco Maisto ha subito sottolineato l’importanza della presenza, a Ferrara, di realtà imprenditoriali consolidate che operino nel settore culturale in un momento di particolare rilancio proprio del patrimonio culturale, verso cui sta puntando l’amministrazione.
Una giornata particolarmente positiva, condotta da Tomas Gallerani (che a Le pagine ha da pochi giorni festeggiato un anno di presidenza) segnata l’approvazione del miglior bilancio della storia della cooperativa, una vera svolta dopo gli ultimi anni segnati da grandi difficoltà. Altra svolta epocale è rappresentata dalla decisione del CdA di redigere il primo bilancio sociale – prima ancora di sapere che sarebbe diventato uno strumento obbligatorio per le cooperative. A presentare il documento, attraverso il quale la cooperativa intende rendere conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse nel corso dell’anno, in segno di trasparenza verso i soci e tutti gli stakeholder, è intervenuto il consigliere Sergio Bottoni.
È stata poi la volta di Silvia Ferioli, responsabile del settore catalogazione, chiamata a relazionare sul recente ottenimento delle certificazioni di qualità ISO9001 e sulla somministrazione di un questionario di soddisfazione, che ha registrato, tra i risultati, il miglior risultato di sempre in riferimento al gradimento dei dipendenti.
Sempre in termini di apertura e trasparenza, Le Pagine, ha deciso, negli ultimi mesi, di aprirsi ai social network, con una pagina Facebook, gestita in modo collaborativo, divenuto principale strumento per comunicare verso l’esterno, novità e iniziative, tra cui si sottolinea la prima sponsorizzazione della cooperativa che quest’anno ha deciso di finanziare la rassegna cinematografica estiva al Parco Pareschi, che verrà affiancata anche da un programma di attività didattiche per bambini, ideato e gestito dal settore educativo di Le Pagine.
In chiusura, Chiara Bertelli, coordinatrice territoriale di Legacoop Estense, è intervenuta per esprimere soddisfazione per l’ampia presenza di cooperative impegnate nel settore culturale sul territorio ferrarese e per sottolineare l’importanza, nell’ambito della cooperazione, dell’impegno e, a volte, dei sacrifici, di tutti i soci, che, nel caso di Le Pagine, devono essere orgogliosi di aver partecipato in prima persona alla notevole ripresa degli ultimi mesi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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