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Da: Comune di Bondeno

Terzo lotto di asfalti sul territorio
fabio bergamini e marco vincenzi: «altri 149mila euro a disposizione di vari interventi. complessivamente, sono stati messi 850mila euro su questo capitolo. possibili altre asfaltature prima dell’inizio della stagione fredda»
Parte una nuova infornata di asfaltature, nell’estate dei cantieri della città di Bondeno e delle sue frazioni. Per la precisione, altri 149mila e 726 euro, che appartengono ad una voce di spesa che ne comprende 193mila. «Se a questi aggiungiamo i lavori per 475mila euro per il rifacimento di viale Matteotti e le altre asfaltature di strade e marciapiedi, complessivamente parliamo di un “maxi” cantiere del valore di circa 850mila euro», avverte il sindaco di Bondeno, Fabio Bergamini. «Abbiamo cercato di sveltire il più possibile tutte le pratiche – gli fa eco l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – approfittando della stagione per aprire la maggior parte dei cantieri. Ci sono ancora risorse per alcune asfaltature su altre vie, per le quali stiamo definendo i dettagli, e che contiamo di fare partire entro l’inizio della stagione fredda». Intanto, però, ai vari cantieri già eseguiti in giro per il territorio, il cui più evidente (e visitato…) è quello di viale Matteotti, si sommano quelli destinati a partire a breve. Nel dettaglio: le vie della zona Ovest, tra via Vittime dell’11 Settembre, via Torricelli presso l’area del Famila, l’incrocio posto sulla rotatoria di via Galilei, ed ancora via Fornace, il tratto di viale Borgatti che costeggia il cimitero fino all’ingresso laterale del camposanto, il parcheggio antistante le scuole primarie di Scortichino ed al pub “Mister”, un altro tratto di via Argine Cagnetto a Burana. «Contraddistinto quest’ultimo da alcuni pericolosi avvallamenti – ricorda Marco Vincenzi – per via dei quali diventava necessario intervenire presto. Interverremo anche per riprendere alcune delle criticità segnalateci dai cittadini in via Argine Cittadino, a Salvatonica, poco distante dal ponticello che è stato ristrutturato circa un anno fa, su richiesta del Consorzio di Bonifica Pianura». Ma, come detto, non saranno gli ultimi cantieri ad essere aperti nel corso dell’anno. I 193mila euro necessari sono stati finanziati attingendo da avanzo di esercizio e da risorse derivanti da concessioni edilizie.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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