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Ecco i numeri forniti dal Comitato di sorveglianza del Psr 2014-2020. L’assessore Caselli: “Immessa un’ingente quantità di risorse finanziarie in grado di fare da volano di sviluppo anche per altri settori dell’economia regionale, dall’edilizia alla meccanica, ai servizi”. E un’indagine dice che 3 imprenditori agricoli su 4 sono soddisfatti per gestione, informazione e opportunità offerte dai bandi

Bologna – Il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna ha messo il turbo. Oltre 880 milioni di risorse impegnate nei primi due anni e mezzo di operatività, il 75% dell’intero budget a disposizione nell’arco dei sette anni di durata; un miliardo e 160 milioni di investimenti già effettuati o programmati dalle imprese agricole e agroindustriali; 151 bandi emanati, di cui 30 ancora aperti, 76 chiusi e 45 con istruttoria in corso; oltre 65 mila domande di contributo pervenute, di cui il 12% presentate dagli under 40, il 26% da donne e il 20% riferite ad aziende convertite al biologico.

Sono cifre notevoli quelle emerse all’ultima riunione del Comitato di sorveglianza del Psr, organismo di cui fanno parte i Servizi territoriali regionali e i rappresentanti del mondo agricolo ed ambientalista, per fare il punto sullo stato di attuazione del principale strumento di programmazione e finanziamento della politica regionale nel settore agroindustriale, con una dotazione finanziaria complessiva di 1,2 miliardi di euro.

Numeri di grande importanza che testimoniano il grande lavoro fatto per consolidare i tanti primati in campo nazionale ed europeo che vanta l’agroalimentare made in Emilia-Romagna, a partire dal numero di prodotti di eccellenza a marchio Dop e Igp (44), e per rilanciare la competitività delle imprese, facendo leva su innovazione, qualità e sostenibilità delle produzioni. Con significative ricadute positive anche sul resto dell’economia regionale.

“Nei primi 30 mesi di operatività del Psr- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- abbiamo messo in campo un’ingente quantità di risorse finanziarie in grado di fare da volano di sviluppo anche per altri settori dell’economia regionale, dall’edilizia alla meccanica, ai servizi. Tra i tanti numeri di cui andare orgogliosi vorrei ricordare che sugli 880 milioni di fondi utilizzati, oltre 280 milioni sono destinati agli interventi per rafforzare la competitività delle imprese”.

Quello che emerge chiaramente dal check up effettuato è la massiccia adesione ai bandi emanati dalla Regione, a testimoniare la fase di grande dinamismo da parte delle imprese. Tornando agli investimenti sulla competitività, dal 2015 ad oggi sono stati pubblicati 7 bandi, di cui tre per favorire la nascita di nuove imprese guidate dai giovani, per un totale di 44 milioni di euro, con una stima di investimenti di oltre 110 milioni di euro.

“Tra gli aspetti più importanti della programmazione 2014-2020- aggiunge Caselli- ci sono i bandi di filiera, per sostenere i progetti di investimento basati sull’alleanza tra imprese agricole e agroindustriali. Per il 2017 abbiamo messo a disposizione 72,4 milioni di euro per le prime e 52,4 per le seconde; i progetti presentati sono stati 70 e potranno produrre investimenti privati per una cifra di oltre 480 milioni di euro”.

Se la risposta delle imprese è stata ampiamente positiva, ciò è dipeso dal fatto che il Psr è stato fin qui ben gestito e le informazioni sui bandi e sulle altre opportunità di finanziamento offerte sono chiare e facilmente accessibili. Così la pensano tre imprenditori agricoli su quattro secondo i risultati di un’indagine sulla “customer satisfaction” promossa dalla Direzione generale dell’assessorato all’Agricoltura per sondare il grado di soddisfazione e rafforzare la comunicazione e il dialogo tra l’amministrazione regionale e i beneficiari.

L’indagine, effettuata in collaborazione con la Rete rurale nazionale, è consistita nella distribuzione di un questionario on line ad un campione di agricoltori. Tra i principali risultati: il 90% degli interpellati ritiene di essere sufficientemente aggiornato sulle opportunità offerte dal Psr; le fonti privilegiate di informazione sono le associazioni di categoria e i Centri assistenza agricola (75% degli intervistati), seguiti da web e social (20), due canali in costante crescita; infine, a fronte della richiesta di chiarimenti su vari aspetti, l’80% degli interpellati si dichiara soddisfatto delle risposte ricevute.

La ricerca, strutturata sia con domande “chiuse”, sia dando la possibilità agli interpellati di scrivere un commento, ha tra l’altro consentito di raccogliere oltre 1.500 segnalazioni di idee e suggerimenti utili per superare eventuali criticità.

Tra gli aspetti da migliorare, una maggiore attenzione è richiesta per la semplificazione delle procedure burocratiche, il rispetto dei tempi, oltre a sollecitare un’informazione più capillare per alcuni specifici settori. La Direzione generale agricoltura darà il via ad un piano di azione per risolvere le criticità emerse.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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