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Da Lega Nord

Deroghe punti nascita chiesta al ministero, dopo l’apertura dell’assessore venturi e le pressioni leghiste.

CENTO (FERRARA), 19-07-’17.

«La deroga sulla sospensione dell’attività dei punti nascita, a Cento, come a Mirandola, era già stata avanzata dalla Commissione “nascite”, dal momento che questi comuni si trovano nel cratere del sisma. Ora, dopo le parole dell’assessore alla Sanità, Venturi, arrivate dopo nostre reiterate pressioni, ci auguriamo che la Regione persegua con tenacia l’obiettivo di mantenere e potenziare realtà come il Santissima Annunziata, baricentrica in questo caso per un’area vasta.» Il consigliere regionale della Lega Nord, Marco Pettazzoni, rivendica il primo risultato ottenuto dal Carroccio, che aveva presentato nelle scorse settimane un ordine del giorno in consiglio comunale a Cento, nel tentativo di scongiurare il depotenziamento dell’ospedale cittadino. Dopo “l’apertura” dell’assessore regionale, Sergio Venturi, si attende ora la risposta del Ministero della Salute, a seguito della richiesta di una deroga avanzata dal titolare della Sanità emiliano-romagnola. Perché la Regione, «cedendo di fatto alla pressione delle opposizioni e anche delle comunità coinvolte – sottolinea Pettazzoni – ha accettato di farsi promotrice di un’azione nei confronti del Ministero, per chiedere che una realtà come Cento, ad esempio, sia tutelata, per quel che attiene l’attività di assistenza al parto. Anche di fronte a numeri al di sotto delle 500 nascite (Cento ne ha registrate 413 nel 2016; ndr). In molti ospedali – evidenzia Pettazzoni – si sono create negli anni situazioni per cui, di fronte allo spostamento di alcuni parti a rischio, si sono create congestioni su altri ospedali e, di conseguenza, la riduzione dei nuovi nati nei punti nascita più piccoli. Alcuni dei quali strategici – continua il consigliere Ln – come Pavullo, che svolge un ruolo fondamentale per la montagna, o realtà come Cento e Mirandola, che si trovano nel cratere del sisma. Per di più, Cento si trova anche in una posizione baricentrica per un’area vasta, che comprende tre province e le realtà vicine di Bondeno, Terre del Reno, ed anche Finale Emilia e i comuni bolognesi di Pieve di Cento e Castello d’Argile. E’ compito delle amministrazioni, oltreché dell’Ausl, tirare nella stessa direzione per difendere questo servizio, attraverso investimenti in personale e mezzi, tali da garantire i più elevati standard.» Il Carroccio ricorda di avere presentato un ordine del giorno, in tempi non sospetti, proprio per scongiurare la riduzione dei servizi giudicati a rischio. «Fondamentale – conclude Pettazzoni – è la presenza di una guardia ostetrica h. 24 e di una guardia pediatrica in servizio notturno, allo scopo di rendere il Santissima Annunziata un presidio sanitario strategico nel tempo per l’intera provincia e non solo.»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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