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Da: Forza Italia Ferrara

Penso che i ferraresi meritino un po’ di chiarezza sulla riqualificazione del Teatro Verdi dopo i disastri compiuti dalle amministrazioni precedenti (sempre monocolori Ds-Pd, ricordiamolo) senza peraltro mai chiedere scusa ai cittadini per i milioni di euro spesi per un teatro che la città non si può permettere e che mai aprirà con quella funzione.

Cosa conterrà quindi l’ex Verdi che si vuole recuperare? All’interno dei locali prenderà vita il Laboratorio Aperto Spazio Verdi _Open Lab, attraverso una concessione di anni 12. Di cosa si tratta? Il documento parla di uno spazio in cui vengono offerte “soluzioni tecnologiche per l’alfabetizzazione e l’inclusione digitale, per l’acquisizione di competenze avanzate da parte delle imprese e lo sviluppo delle nuove competenze ICT (e-skills), nonché per stimolare la diffusione e l’utilizzo del web, dei servizi pubblici digitali e degli strumenti di dialogo, la collaborazione e partecipazione civica in rete”.
Tutto chiaro? A me non sembra. Ma passiamo agli aggiudicatari.

Ad aggiudicarsi la concessione è un Raggruppamento Temporaneo di Professionisti che comprende Fondazione Giacomo Brodolini di Roma con mandanti: ETT spa di Genova, M.B.S srl di Bologna e Cooperativa Sociale CAMELOT di Ferrara. Sì, proprio Camelot, già al centro di varie polemiche relativamente alla gestione dei rifugiati sul territorio.
L’aggiudicazione dello spazio all’interno dell’ex Verdi è avvenuta a seguito dell’unica offerta pervenuta: offerta a rialzo sul canone complessivo per la concessione dell’immobile per l’importo a base di gara di euro 165.000. L’offerta dell’RTP è risultata di complessivi euro 245.000.

Attenzione però, a fronte di questo esborso i gestori del suddetto Laboratorio Aperto si prevedere un contributo economico fino a € 830.000 “a sostegno dei costi di gestione e produzione del progetto”, con queste scadenze: € 300mila nel 2019, 220mila nel 2020, 180mila nel 2021 e 130mila nel 2022.
In aggiunta al contributo economico, viene considerata alla stregua di un ulteriore
contributo anche la riduzione praticata sull’importo del canone per la concessione dell’immobile comprensiva della fornitura di arredi e attrezzature quantificata in € 165.000,00, e che pertanto il contributo massimo dalla finanza pubblica sarà quantificabile in € 995.000. Tutto riportato nel documento.

Analizzando la Deterninazione si evince che, in base agli step di lavoro del cantiere “il Laboratorio Aperto deve avviarsi inderogabilmente entro il 31 dicembre 2018 pena la perdita del contributo in sede europea” (pag. 5 della Determina).
A tutt’ora, però, questo Laboratorio non risulta aperto. Che ne sarà quindi di questo progetto milionario?

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it