Skip to main content

Da: Giulia Degli Espositi, Dedagroup

‘Per piacere, lasciare libero il paesaggio – Il paesaggio che mi appartiene esplorato, osservato e raccontato insieme a Luigi Dal Cin’: un progetto didattico gratuito con Metropoli di Paesaggio

Nell’ambito delle iniziative di ‘Metropoli di Paesaggio’ www.metropolidipaesaggio.it lo scrittore di libri per ragazzi Luigi Dal Cin è stato incaricato di sviluppare un progetto che fornisca ai docenti delle scuole della provincia di Ferrara strumenti didattici per gestire autonomamente nelle proprie classi un percorso di osservazione, descrizione e narrazione del paesaggio, urbano o rurale che sia, in cui i propri alunni si trovano a vivere.
Il percorso didattico che Luigi Dal Cin ha ideato e scritto consentirà a ciascun alunno di esercitare, sviluppare e raccontare il proprio punto di vista sui luoghi a lui più familiari spesso non osservati o percepiti con disattenzione o non vissuti con consapevolezza. E la possibilità di farlo piacevolmente, giocando.
Il titolo di questo percorso è ‘Per piacere, lasciare libero il paesaggio – Il paesaggio che mi appartiene esplorato, osservato e raccontato insieme a Luigi Dal Cin’.
Il materiale originale prodotto da ciascuna classe sarà valorizzato e reso pubblico attraverso iniziative realizzate da Luigi Dal Cin (editoriali o teatrali – se le limitazioni legate al Covid-19 lo consentiranno – o di altra natura) che prenderanno l’avvio da aprile 2021 e che coinvolgeranno l’intero territorio della provincia di Ferrara.

“Sono partito da un ricordo – racconta Dal Cin – ho pensato a come disegnavamo il paesaggio quando eravamo bambini. Una casa con il tetto spiovente, una porta, due finestre con le tendine a pois, il sole, alcune nuvole, gli uccelli, un albero, tanti fiori. E magari, mentre disegnavamo tutto questo, fuori dalla nostra finestra c’era ben altro paesaggio: la nebbia, un condominio scrostato, una strada trafficata molto rumorosa, sullo sfondo la ciminiera di un’industria chimica con il suo solito odore acre, e nemmeno la più lontana ombra di un albero. In realtà, in quel momento non stavamo disegnando il paesaggio che c’era, quello vero e reale, ma un’idea di paesaggio che avevamo costruito nella nostra mente attraverso l’imitazione di disegni di altri bambini o della maestra, di illustrazioni di libri, di cartoni animati. Non stavamo nemmeno osservando il paesaggio reale che avevamo lì davanti agli occhi: in verità stavamo distogliendo lo sguardo dal paesaggio reale forse anche perché, a quel tempo, meno gratificante di quello del nostro disegno. Allora per recuperare il nostro sguardo sui paesaggi che ci appartengono, per imparare a osservare, descrivere, narrare il paesaggio che abbiamo davanti agli occhi, quello vero e reale, quello in cui viviamo e che possiamo vivere con maggiore consapevolezza, per educarci a non distogliere lo sguardo dobbiamo innanzitutto dimenticarci di quegli elementi ideali di paesaggio che abbiamo imparato a mettere, fin da bambini, nei disegni che abbiamo creato nelle nostre menti. Dobbiamo, in sostanza, rieducare la nostra capacità di osservazione, di descrizione, di narrazione del paesaggio. Dobbiamo imparare ad affermare il nostro diritto, e quello dei nostri alunni, a vivere qui e ora. E per riuscire a osservare, descrivere, narrare nel paesaggio ciò che a prima vista non vediamo, oltre il luogo comune, è necessario esercitarsi. Fare esercizi di distacco dagli stereotipi, innanzitutto. E poi esercizi di osservazione e stupore. E infine esercizi di descrizione e narrazione. E lo possiamo fare piacevolmente, giocando. Borges scriveva che “il futuro è inevitabile, ma potrebbe anche non accadere”. Ciò che sembra ormai perduto nel nostro paesaggio credo riservi in sé la risorsa di una salvezza, che può svelarsi anche attraverso la narrazione dei più giovani: sono certo possegga, proprio in sé, e in questo periodo più che mai, una profonda potente forza salvifica”.

Gli obiettivi.
• ricucire il senso identitario e le “corrispondenze affettive dirette” tra abitanti e luoghi coinvolgendo le famiglie in un processo di narrazione collettiva, a partire dai più piccoli;
• generare e alimentare un senso di appartenenza ai luoghi, stimolando una rinnovata sensibilità per gli spazi della collettività, presupposto per uno spostamento graduale dal concetto di bene pubblico a quello di bene comune;
• ricucire il legame, fisico e relazionale, tra persona e spazio, per la crescita del rispetto civico e dell’affezione ai luoghi, antidoto ai fenomeni di degrado e disagio sociale;
• valorizzare porzioni di patrimonio paesaggistico in qualità di infrastruttura dolce e capillare.

A chi è rivolto il progetto?
‘Per piacere: lasciare libero il paesaggio’ è rivolto ai docenti e agli alunni delle classi III, IV e V delle scuole primarie e classi I delle scuole secondarie di primo grado di tutta la provincia di Ferrara.

Gli strumenti didattici.
La prima fase del progetto fornirà strumenti didattici operativi che aiuteranno il docente e l’alunno ad esplorare, osservare, descrivere e narrare il paesaggio secondo le seguenti tappe:

1. L’osservazione del paesaggio: l’esplorazione
 Rieducarci all’osservazione
 Vedere e osservare: una bella differenza
 Esercizi di osservazione:
 Osservare il paesaggio – Osservare ad occhi chiusi
 Osservare il paesaggio – Osservare ad occhi (bene) aperti
 Osservare il paesaggio – Punti di riferimento
 Osservare il paesaggio – Fantasmi nei muri
 Osservare il paesaggio – Attenzione a ciò che non ci interessa

2. La descrizione del paesaggio
 Breve dispensa per insegnanti sulle tecniche della descrizione:
 Per una didattica della descrizione
 Esercizi di descrizione o esercizi di osservazione?
 La descrizione è funzionale alla narrazione
 Tutto attraverso i sensi
 Show, don’t tell!
 Esercizio di descrizione del paesaggio: il mio punto di vista

3. La narrazione del paesaggio
 Breve dispensa per insegnanti sulle tecniche dell’invenzione narrativa:
 L’Invenzione Completa
 Come avviene l’invenzione?
 La narrazione del paesaggio – il paesaggio che mi appartiene: cosa c’è ora?
 La narrazione del paesaggio – il paesaggio che mi appartiene: cosa c’era una volta?
 La narrazione del paesaggio – il paesaggio che mi appartiene: cosa voglio ci sia nel nostro futuro?

L’adesione al progetto.
Per aderire al progetto, non è necessario svolgere tutte le esercitazioni proposte ai punti 1, 2 e 3.
È sufficiente scegliere il percorso didattico più adatto alla propria classe e produrre i testi frutto delle esercitazioni che il docente riterrà più utili per i propri alunni. Come produzione minima per la partecipazione attiva al progetto si indicano i 3 testi collettivi frutto delle esercitazioni proposte alla fine del percorso del capitolo 3 ‘La narrazione del paesaggio’.
Tutti i testi collettivi andranno raccolti in una cartella che andrà depositata in uno specifico Drive entro la data del 14 marzo 2021.
L’adesione al progetto ‘Per piacere: lasciare libero il paesaggio’ è del tutto gratuita e dà diritto ad accedere a tutti gli strumenti didattici: va comunicata, entro la data del 31 dicembre 2020 compilando il modulo all’indirizzo http://metropolidipaesaggio.it/progetti-pilota/lasciare-libero-il-paesaggio/. I dati forniti consentiranno al docente di accedere personalmente agli strumenti didattici e permetteranno, poi, la valorizzazione – tramite le iniziative previste dal progetto – del materiale originale realizzato da ciascuna classe.

La valorizzazione del materiale originale prodotto da ciascuna classe.
Il materiale originale prodotto da ciascuna classe sarà valorizzato e reso pubblico attraverso iniziative realizzate da Luigi Dal Cin (editoriali o teatrali – se le limitazioni legate al Covid-19 lo consentiranno – o di altra natura) che prenderanno l’avvio da aprile 2021 e che coinvolgeranno l’intero territorio della provincia di Ferrara.

Luigi Dal Cin ha pubblicato oltre 100 libri di narrativa per ragazzi. Tradotti in 11 lingue ha già ricevuto una decina di premi nazionali di letteratura per ragazzi, tra cui il Premio Andersen 2013 come autore del miglior libro 6/9 anni e il Premio Troisi per la sua attività di incontri-spettacolo con gli alunni di tutta Italia. Professore a contratto dei corsi annuali di Scrittura Creativa all’Accademia di Belle Arti di Macerata, è docente del corso sullo scrivere per ragazzi anche per la Scuola Holden di Torino, e di numerosi corsi di tecniche di scrittura in varie città italiane. Autore e regista per il teatro, ha collaborato con l’attore e conduttore radiofonico Marco Presta. Fa parte della giuria di premi letterari, tra cui il Premio Letteratura Ragazzi di Cento, ha tenuto una Lectio Magistralis sullo scrivere per ragazzi all’Accademia della Crusca in occasione delle Olimpiadi di Lingua Italiana del MIUR. Ha ideato per Monumenti Aperti il progetto ‘Le Parole della Bellezza’ che conduce dal 2013 per raccontare agli alunni il patrimonio storico-artistico-culturale d’Italia. www.luigidalcin.it

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it