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Daniela Gambi, insegnante

In vari contesti del vivere quotidiano, capita di sentir affibbiare ad una persona la parola “partigiano” in un’accezione negativa; talvolta si cerca così di sminuire una scelta, una presa di posizione, allo scopo, forse, di sfuggire ad un confronto critico nel merito dei problemi. Essere “partigiani” ha per me il significato forte di portare avanti questioni di principio, riguardo a valori come l’onestà, la serietà e la chiarezza nelle relazioni e nella professione, la difesa della scuola statale, laica e di tutti, per una autentica crescita culturale dei giovani. Da “partigiana”, ritengo sempre più vitale accrescere la mia capacità di ascolto e riuscire a condividere il mio punto di vista con gli altri, per essere maggiormente in grado di combattere l’ipocrisia, la furbizia, la malafede e l’arroganza.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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