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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Dopo il successo al di sopra di ogni più rosea previsione dei “Tè letterari”, quest’anno la seconda edizione degli appuntamenti con i grandi autori della letteratura mondiale in biblioteca, sarà accompagnata da un club di lettura, che si costituirà MARTEDI’ 4 NOVEMBRE ALLE ORE 16. “L’ho intitolato “LEGGERE IN COMUNE” – spiega il suo promotore, Luciano Boccaccini, scrittore e giornalista che ha sposato l’idea del dirigente Roberto Cantagalli-, in quanto comune non è soltanto il luogo istituzionale ma anche l’aggettivo che significa leggere insieme. Partiremo- prosegue Boccaccini- leggendo e commentando brani del grande capolavoro di Moravia, Gli Indifferenti, protagonista del primo Tè Letterario, in programma per martedì 11 novembre, alle ore 17 in biblioteca.” Sono già pervenute adesioni autorevoli. Ciascuno, a ruota libera, esprimerà le proprie riflessioni, ci si confronterà e di volta in volta si stabilirà il cammino da seguire, che continuerà anche dopo i tè letterari. Un’altra grossa novità della seconda edizione degli incontri con gli autori in biblioteca è rappresentata dal gemellaggio con il gruppo di lettura del Comune di Cervia, coordinato dalla responsabile della biblioteca Bianca Verri e prossimamente si terrà un incontro tra i due gruppi per lanciare le basi di un confronto costruttivo, improntato alle iniziative da promuovere e al cammino da percorrere IN COMUNE.
“Per il momento il gruppo di lettura si incontrerà in biblioteca ogni due settimane, a martedì alterni – spiega Boccaccini -, rispetto ai tè letterari, che dall’11 novembre al 24 febbraio ci terranno compagnia, grazie alla preziosa collaborazione del libraio Leonardo Romani, ideatore della rassegna letteraria Librandosi, del giornalista Paolo Pizzato, nella sua qualità di consigliere letterario e di Daniele Spanu del bar Calaluna, che gentilmente offrirà il servizio del tè con i biscotti.” Martedì 4, i partecipanti al club di lettura stabiliranno se dar vita ad una pagina Facebook dedicata o ad un vero e proprio blog letterario, che sarà successivamente curato da Romani e Pizzato. La partecipazione al club di lettura e ai tè letterari è naturalmente gratuita.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Francesco Monini
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