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da: organizzatori

È stata appena presentata a Madrid, nell’ambito di un evento ospitato dal Google Campus Madrid, la nuova release di WWW Network, app gratuita nata per sostenere le donne nella creazione di network professionali sul territorio e pensata da Work Wide Women, la startup italiana di innovazione sociale che prepara le donne alle professioni digitali, creando nuove figure competenti ed in linea con le richieste delle aziende e favorendo il reinserimento delle donne nel mercato del lavoro.
“L’evento di Madrid ha segnato per la nostra start-up uno step fondamentale verso il percorso di internazionalizzazione del progetto – dichiara Linda Serra, CEO di Work Wide Women – Sono sempre stata convinta della forte scalabilità di Work Wide Women e aver lanciato il nostro primo prodotto sul mercato spagnolo ne è la conferma. La Spagna è il primo passo verso i Paesi del sud America che da sempre rappresentano i mercati verso cui vogliamo rivolgere la nostra offerta. L’accoglienza al Campus di Madrid è stata eccezionale e sono nate nuove sinergie che siamo convinte ci aiuteranno ad evolvere sul mercato iberico molto velocemente”.

Lanciata alla fine del 2015 in lingua italiana, WWW Network, disponibile per iOS, Android e Windows Phone, da oggi parla anche spagnolo ed è già disponibile sugli store di tutti i Paesi del Sud America.

WWW Network funziona così: ci si iscrive, inserendo il proprio profilo (volendo, con foto e recapiti) e scegliendo una categoria professionale. Dopo di che, si possono inserire le proprie competenze e geolocalizzarsi. Proprio per favorire la crescita del network e ottimizzare gli strumenti offerti dalla app, il team di Work Wide Women ha raccolto e ascoltato in questi mesi tutti i feedback delle utenti iscritte realizzando, insieme alla startup LocalJob, una versione della app arricchita e migliorata sotto tutti i punti di vista.

Una delle principali novità della new release di WWW Network, oltre all’opportunità di registrarsi tramite Facebook login, è la possibilità di inserire più di una località per le ricerche in base alle zone, di provenienza e/o di lavoro: questo per agevolare sia le donne che si spostano continuamente, sia quelle che operano su più piazze. Questa funzionalità rende la App uno strumento strategico per la ricerca di collaborazioni anche su differenti territori.

Ad oggi, WWW Network ha acceso oltre 2800 conversazioni per un totale di oltre 2500 iscritte, il 10% delle quali hanno avviato collaborazioni lavorative: “Il nostro compito è quello di sostenere la crescita del network, poi sono le donne iscritte a scegliere le modalità attraverso le quali accendere le collaborazioni fra loro, sempre nella più totale trasparenza e in tutta sicurezza” afferma Linda Serra. “Stiamo già lavorando a nuove funzionalità che daranno sia alle utenti iscritte che ad esterni la possibilità d’inserire annunci, e stiamo lavorando ad un sistema di feed che renda la App sempre più una community pulsante di contenuti e opportunità”, conclude la Serra.

Work Wide Women è una piattaforma di social learning leader nella formazione femminile sulle nuove professioni del web e delle nuove tecnologie. Il team di WWW forma nuove professioniste dotate di competenze in grado di rispondere alle reali necessità delle aziende e in linea con le richieste del mercato del lavoro. WWW nasce in Italia nel 2014 con lo scopo di diminuire la disoccupazione femminile e far sì che le donne si avvicinino all’Information Communication Technology, settore in cui a livello globale le posizioni sono ricoperte per l’85% da uomini, ma dove la domanda di figure professionali è in costante e incessante crescita.

Linda Serra, CEO Work Wide Women

Mastica pane e internet da sempre. Dopo la laurea in giurisprudenza, Linda Serra decide di specializzarsi in ricerca e sviluppo tecnologico per percorrere strade ancora poco esplorate. Ma sono l’esperienza negli Stati Uniti e gli studi sul gender gap a darle l’impulso per fondare prima Girl Geek Dinners Bologna e poi Work Wide Women. Oggi la missione di Linda e del suo team è quella di formare donne alle sfide tecnologiche del futuro e abbassare il tasso di disoccupazione femminile. Per questo hanno creato la prima piattaforma di social learning dedicata alle professioni digitali declinate al femminile. Più di 20 corsi online e più di mille donne iscritte su tutto il territorio nazionale

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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