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Da: Gabinetto del Sindaco Comune di Copparo

Giostrina, altalena e pista da skate non a norma, o peggio, per alcune di esse si parla di pericolosità e così è scattata la chiusura da parte del Comune, delle attrezzature presenti nel Parco Verde di via Garibaldi, per evitare incidenti o brutte cadute a causa di strutture fatiscenti.
«Come assessore allo sport – interviene Bruna Cirelli – il mio compito è quello di visitare tutte le realtà sportive del nostro territorio, nessuna esclusa. Ho cominciato dal Parco Verde in quanto frequentato giornalmente da grandi e piccini per verificare lo stato delle attrezzature.» A seguito di un sopralluogo con una ditta specializzata, sono state fornite alcune indicazioni in relazione alle attrezzature e giochi presenti nel Parco Verde: sono stati esaminate tutte le attrezzature presenti, skatepark, campetto da basket, altalene e giostrina.
«Il panorama è a dir poco disastroso – continua l’assessore Cirelli – allo stato attuale l’indicazione è di smantellare le strutture esistenti o comunque interdirne l’utilizzo per evitare problemi in caso si facesse male qualcuno. Non mi restava altro da fare che vietare l’accesso alle attrezzature».
Nel dettaglio il provvedimento riguarda le due altalene di legno (una di queste installata recentemente), che sono prive di anti trauma previsto per legge (tappeto assorbente, o sabbia, o ghiaia o corteccia). La giostra girevole – non a norma (non sono presenti adeguate protezioni e accorgimenti fondamentali per la sicurezza dei bambini) e andrebbe rimossa e sostituita il prima possibile. Infine l’area deputata a skatepark, costituita da: una pista da skate grande, dotata di due rampe e da una parte piana, tra loro unite. La struttura portante è in metallo con assi di legno a cui sono state fissate le parabole di metallo. Il metallo presenta alcuni punti arrugginiti, le assi di legno (tipo perlinato) sono marce in più punti, questo ha di conseguenza causato un disallineamento della pavimentazione formando pericolosi scalini tra le lamiere.
La struttura probabilmente è stata costruita artigianalmente alcuni decenni fa e attualmente non è a norma e risulta pericolosa (anche i parapetti e altri accorgimenti non sono a norma) – un eventuale restauro “artigianale” non consentirebbe comunque l’omologazione e la messa a norma. Una pista da skate piccola, costituita da una rampa. Struttura portante in legno e rampe in metallo inchiodate e avvitate. Il legno risulta marcio in più punti e la struttura non è a norma e risulta pericolosa; un eventuale restauro “artigianale” non consentirebbe comunque l’omologazione e la messa a norma. Una rampa in muratura, manufatto artigianale costituita da mattoni di cemento e rampa sempre in cemento. Non è in buone condizioni, non è a norma e risulta pericolosa perché i mattoni sembrano staccati. Non è possibile un restauro “artigianale”.
La relazione tecnica ribadisce che “in relazione allo skate park, si sconsiglia una manutenzione alle attrezzature esistenti, poiché anche se dovessero essere sostituiti gli elementi ammalorati e quindi reso staticamente idoneo, le strutture non sarebbero certificabili in quanto artigianali”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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