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Paola Peruffo (FI) – “Case popolari: equità complessa, ma raggiungibile”

Da Forza Italia

Non intendo alimentare ulteriormente le polemiche sulle quote relative a cittadini italiani e stranieri in ordine agli alloggi Acer.
Volendo analizzare la questione in termini positivi, la discussione in atto in questi giorni offre l’opportunità di migliorare gli attuali parametri dei regolamenti di assegnazione.
Innanzitutto il criterio della residenzialità storica: se si ha la pazienza di guardare oltre la provincia di Ferrara, è facile constatare che questa non è una battaglia ideologica del centro-destra, sarebbe quindi opportuno che la Giunta riflettesse su che valore attribuire a questo aspetto.
Secondo, ritengo che il regolamento debba essere più stringente sul versante della morosità, visti i casi purtroppo sempre più numerosi, riguardanti sia assegnatari italiani che stranieri. I cittadini faticano a tollerare soggetti, già privilegiati in virtù della concessione di una casa a condizioni agevolate, che non provvedono neppure al contributo parametrato alle capacità economiche dell’assegnatario.
Ci sono poi altri casi che mi vengono segnalati con frequenza e che meritano provvedimenti concreti. Tra questi la necessità di riassegnare velocemente gli alloggi inizialmente concessi ad anziani poi trasferiti presso case protette o altre residenze assistenziali. Molto spesso in quei casi le abitazioni vengono sfruttate per lunghissimi periodi dai parenti dell’anziano, senza che alla base ci sia una titolarità per farlo.
In modo più esteso, sulla prassi della reversibilità degli alloggi, occorre introdurre norme specifiche per evitare che la casa passi di mano in mano per semplice rapporto di parentela o discendenza.
Altro punto: in diverse regioni, come la Toscana, tra i prerequisiti alle domande di assegnazione, figura anche la verifica sull’eventuale possesso di altri beni immobili all’estero, in modo tale che un presunto assegnatario residente nel nostro comune non sia contemporaneamente detentore di altra o altre case altrove nel mondo.
Una rivisitazione dei criteri, quindi, ormai necessaria a fronte delle nuove dinamiche sociali, mantenendo sempre come obiettivo primario l’equità.

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)