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Da M5s Ferrara

Come ampiamente evidenziato sulla stampa locale, i cittadini ferraresi apprendono con un misto di
tristezza e incredulità che la Pinacoteca nazionale di Ferrara al Palazzo dei Diamanti subirà drastiche
riduzioni di orario, con addirittura tre giorni di chiusura settimanale, per problemi di personale afferenti in
parte anche al mancato turnover dovuto ai pensionamenti.
Insomma, per dirlo in parole povere, chi va in pensione non viene sostituito per i criminali vincoli di matrice
europea supinamente accettati dall’attuale Governo e dai precedenti: Fiscal Compact, pareggi di bilancio
colpevolmente recepiti nella nostra costituzione e da tutte le altre “sigle” di mamma Europa che arricchisce
la finanza e le banche private a forza di Quantitative Easing e impoverisce i cittadini a colpi di bail-in. Per chi
non se ne fosse ancora accorto, le cause prime dei tagli ai servizi sociali (in questo caso alla cultura) hanno
la loro genesi a Bruxelles e Francoforte.
Quindi, man mano che i dipendenti vanno in pensione si riduce l’offerta culturale nei musei statali, come la
nostra Pinacoteca. Un “bravo” al ministro Franceschini e al suo Partito.
Per questo ci associamo alle forti critiche di Vittorio Sgarbi nei confronti di questo provvedimento che, da
qualsiasi parte lo si guardi, si concretizza in una diminuzione dell’offerta museale della nostra Città, anche
se, secondo il direttore della Pinacoteca Toffanello, non ci sono per il momento altre alternative.
Ma proprio dalle dichiarazioni di Toffanello veniamo a sapere cos’altro bolle in pentola come obiettivo
secondario. L’esternalizzazione del servizio di sorveglianza notturno (che richiede attualmente la presenza
di quattro dipendenti della Pinacoteca) ad una agenzia privata, naturalmente con il solito pretesto del
contenimento della spesa, dell’efficienza dei servizi e dell’ottimale utilizzo del personale. Ormai ci siamo
abituati a questa logica falsamente virtuosa delle esternalizzazioni selvagge e, sempre comunque e
dovunque, il M5S rifiuta e rimanda al mittente.
In questo frangente non vorremmo davvero essere nei panni dell’assessore Maisto, il quale magnifica
continuamente incrementi dell’offerta museale, aumento di arrivi e presenze e boom di biglietti proprio,
ironia della sorte, al Palazzo dei Diamanti.
Ne approfittiamo inoltre, anche se il tema meriterebbe maggiori approfondimenti, nel prendere una
posizione decisamente contraria al paventato trasferimento della Pinacoteca dal Palazzo dei Diamanti al
Castello Estense, negli spazi, tutti da riadattare, dell’attuale Amministrazione Provinciale. Anche se, a
quanto pare, sono già stati praticamente stanziati 7 milioni di euro per tale inopportuno trasloco, crediamo
che non sia proprio il caso di concentrare negli spazi del monumento già più frequentato della nostra Città
(e nel quale una visita appropriata e accademicamente corretta dura almeno un’ora e mezza, due ore
volendo includere prigioni e altana della Torre dei Leoni) una elevata quantità di dipinti dall’elevato tasso
artistico. Troppa concentrazione di opere d’arte in un unico spazio museale nuocerebbe, a nostro parere,
all’offerta museale stessa, che invece dovrebbe continuare ad essere virtuosamente decentrata, non solo
mantenendo la Pinacoteca negli spazi adeguatamente strutturati del Palazzo dei Diamanti, ma incentivando
proprio l’offerta museale nelle adiacenze del crocevia rossettiano, magari utilizzando anche gli spazi sotto o
male utilizzati del Palazzo Prosperi Sacrati.
Ma ve li immaginate i cicli di affreschi superstiti del cosiddetto maestro di San Bartolo e del maestro delle
storie di Sant’Agostino del XIII e XIV secolo (al momento nello splendido salone d’onore della nostra
Pinacoteca) nel Castello? Non provateci neanche!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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