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Da: Comune di Bondeno

Sala 2000 gremita ieri sera a Bondeno per il convegno sul risparmio tradito, organizzata dalla Lega Consumatori Ferrara con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Bondeno.
La serata si è aperta con l’intervento dell’avvocato Mauro Gavioli che ha illustrato l’andamento del procedimento penale contro gli ex amministratori e delegati della Cassa di Risparmio di Ferrara. Il Comune ha patrocinato l’iniziativa perché, come detto dal sindaco di Bondeno Fabio Bergamini, nei giorni scorsi, “con la Lega dei Consumatori si è instaurato un rapporto di collaborazione gradito dai cittadini, come dimostra l’afflusso di persone ogni giovedì, durante l’apertura settimanale dello “Sportello consumatori” al primo piano del municipio. Ritengo – conclude Bergamini – che questo servizio di informazione sia fondamentale, perché offre un punto di vista neutrale rispetto a quello fornito da rivenditori e fornitori di beni e servizi. Ci si può rivolgere al nostro sportello per avere informazioni se si ha il sentore di truffe o questioni non gestibili autonomamente”. Come ad esempio i rimborsi bancari.
Il procedimento riguardante la ex Carife si è concluso, nello specifico, lo scorso 11 febbraio, ma solo nei giorni scorsi sono state pubblicate le motivazioni della sentenza.
“Importante pronuncia – spiega l’avvocato Gavioli – quella del Tribunale di Ferrara che ha riconosciuto tutti gli azionisti che si sono costituti parte civile come soggetti danneggiati. Il risultato è positivo anche se non possiamo dirci soddisfatti, insieme alla collega avv. Barbara Garbellini manterremo monitorata la situazione anche in vista di un eventuale ricorso in appello degli imputati”
In attesa di conoscere nel dettaglio la procedura che permetterà agli azionisti Carife di ottenere l’indennizzo del 30% del valore investito Erika Zanca ha cercato di fare chiarezza sulla situazione degli azionisti, alla luce della tanta confusione emersa anche nei giorni scorsi.
“So che gli azionisti sono arrabbiati, so che non potete disporre dei vostri soldi già da diversi anni, ma in questo momento ci vuole calma – l’appello lanciato da Erika Zanca – Abbiamo una legge di bilancio che istituisce un fondo FIR dedicato ai risparmiatori danneggiati, è stato emanato un decreto attuativo che disciplina l’accesso a questo fondo, dobbiamo aspettare l’apertura dell finestra temporale.”
“Sono modalità operative – ha continuato Zanca – che vanno modificate in alcuni punti, ma che non sono impossibili da realizzare, i nostri operatori si stanno preparando per gestire al meglio le procedure!
“Attualmente il decreto attuativo prevede la presentazione di almeno due dichiarazioni da rilasciare con firma autentica – conclude l’avv. Scarazzati Presidente di Lega Consumatori Ferrara – da apporre davanti a un pubblico ufficiale. Su questi documenti, che saranno tre a persona, sulle quali andrà apposta una marca da bollo da 16 euro.”
Si tratta già di uno scoglio superabile, il Sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, si è già fatto portavoce delle nostre richieste con il Governo.”
“ Oggi più che mai – ha concluso la responsabile di Lega Consumatori – è necessario che procurare la documentazione necessari per presentare le istanze. Su tutta la provincia ferrarese ci sono circa 32.000 azionisti, e di questi solo 8.000 hanno già chiesto la documentazione. Vuol dire che la grande maggioranza oggi è ancora in attesa di decidere se muoversi o momento. Quando partirà la procedura di richiesta del 30% ci il rischio è che le oltre 24.000 persone rimaste fino ad oggi nell’ombra si riversino agli sportelli della banca per chiedere la documentazione e che ciò provochi un rallentamento della consegna, lasciando, di fatto qualcuno escluso.”
“ Se si perderà l’accesso a questa finestra temporale di sei mesi – ha sottolineato successivamente Enrico Scarazzati, presidente della Lega Consumatori di Ferrara – non ci sarà una seconda possibilità.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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