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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

A settembre l’Arena di Palazzo Bellini sarà ancora teatro di grandi emozioni. Comacchio ospiterà, infatti, quattro concerti musicali, di altrettanti rinomati artisti, nell’ambito della rassegna “Note di Settembre”, organizzata e finanziata dall’Amministrazione comunale.
Aprirà la kermesse Nada, con il suo tour “Musica leggera da Camera”. La cantante si esibirà il 4 settembre accompagnata da Fausto Mesolella, chitarrista degli Avion Travel, con il quale collabora ormai dal 1994. I due interpreti, che nel 2001 hanno pubblicato l’album “L’Amore è fortissimo e il corpo no”, proporranno i classici della musica popolare italiana, nonché una serie di brani dei quali Nada è anche autrice.
Il 5 settembre è la volta di Ginevra Di Marco con lo spettacolo “Donna Ginevra e le Stazioni Lunari”. La voce dal timbro dolce e carnale dell’artista si fonderà con i virtuosismi di Andrea Salvatori, alla chitarra, Tzouras, Kazoo e voce, e di Francesco Magnelli, al piano e ai magnellophoni. La performance sarà un vero e proprio viaggio multietnico, quasi una festa, ma anche un’occasione importante di riflessione data la natura politico-culturale dei brani proposti.
“Costruire una canzone” è, invece, il titolo del tour di Niccolo Fabi che farà tappa a Comacchio l’11 settembre. La performance musicale sarà un’occasione per instaurare un momento di dialogo con il pubblico nel quale l’autore di “Capelli” racconterà, attraverso piccoli aneddoti e curiosità, come nasce una canzone e cosa si nasconde dietro la genesi di un testo o di una melodia. Ad accompagnare l’artista sarà l’istrionico Franz Campi, cantautore bolognese, conduttore radiofonico, nonché famoso interprete del teatro-canzone nello spettacolo “Ciao Signor G. !” dedicato a Giorgio Gaber.
Il dialogo con il pubblico sarà il fil rouge anche dell’ultimo appuntamento del 12 settembre con Eugenio Finardi. Con “Parole & Musica”, titolo del suo tour, il cantante milanese coinvolgerà, infatti, i suoi fan in un’atmosfera intima e coinvolgente, fatta di canzoni e racconti in musica, ma anche di spunti di riflessione sempre diversi. Al suo seguito, la band al completo: Paolo Gambino alle tastiere, Giovanni Maggiore “Giuvazza” alle chitarre e Federica Goldberg al violoncello.
L’ingresso a Palazzo Bellini per “Note di Settembre” sarà completamente gratuito. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno presso l’adiacente Sala Polivalente.
Per tutte le informazioni: Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica di Comacchio 0533 314154 – 0533 319278 – comacchio.iat@comune.comacchio.fe.it – http://www.turismocomacchio.it

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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