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Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife Ufficio Stampa
Giovedì 16 maggio alle 16.30, alla Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea
Via Scienze, 17, nuovo appuntamento di “Anatomie della Mente” con “| Nino Rota, Federico Fellini e le radici psicologiche dell’amicizia: uno sguardo psicobiografico” a cura di Stefano Caracciolo
Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara.

Gli universi artistici del cinema di Federico Fellini e della musica di Nino Rota sono fusi – afferma Stefano Caracciolo – in un’unica meravigliosa atmosfera di sogno e nostalgia. Nonostante la grandissima sensibilità artistica di entrambi, la stranezza di questo incredibile e riuscitissimo binomio risiede nel fatto che l’uno era estraneo all’arte dell’altro: sembra che per entrambi gli artisti ci sia un reciproco disinteresse per l’arte altrui: l’ignoranza di Fellini per la musica e di Rota per il cinema, che vede come un’arte di secondo livello.
Del resto, misteriose e inesplorate le radici psicologiche dell’amicizia lo sono tuttora. Negli studi psicoanalitici – sottolinea Caracciolo – si rilevano solo rari e frammentari riferimenti alla genesi e alla struttura del legame di amicizia, in un curioso contrasto con l’importanza che tutti attribuiamo a questo legame e alla fondamentale funzione della costruzione dell’identità durante il periodo in cui si radicano più fortemente le amicizie più strette, l’amico o la amica cosiddetti del cuore: la adolescenza. E probabilmente proprio in questo radicato aggrapparsi con la nostalgia alle dinamiche adolescenziali, che caratterizzava ambedue le personalità, che va ricercato il senso profondo della amicizia fra Fellini e Rota, come si intravvede dalle comuni passioni per la magia, l’esoterismo e le teorie di C.G.Jung, e che si può rivivere il ricco significato emotivo delle atmosfere evocate dalle inscindibili percezioni delle scene filmiche e dalle colonne sonore. E dopo la scomparsa di Nino Rota nel 1979 Fellini, inconsolabile, rimpiange le lunghe ore trascorse con Nino al pianoforte ma nulla potrà restituirgli la innocente e malinconica atmosfera delle musiche di Nino Rota. In una rievocazione sui due piani, quello filmico e quello musicale assieme, si potrà ripercorrere la bellezza di due grandi artisti e di due grandi amici.

Anatomie della mente: Cento anni di psicologia ferrarese, dalla scuola freniatrica ferrarese fino ai giorni nostri, hanno disegnato una traiettoria varia e composita, con alterne vicende ma con una costante attenzione per la città ed i suoi grandi momenti scientifici, culturali, artistici. Nella rinnovata ed antica cornice del Teatro Anatomico si aprono dunque di nuovo, per il dodicesimo anno, le porte della Biblioteca Ariostea per proseguire con altre sei nuove tappe del percorso di un viaggio pieno di psicologia ed altre storie.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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