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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Rigettiamo le accuse della Corte e siamo assolutamente convinti di non aver causato alcun danno erariale alla Provincia.
Le obiezioni che ci vengono rivolte sono sostanzialmente due: la prima riguarda la mancanza da parte di Manuela Paltrinieri di un titolo di laurea, e quindi la relativa impossibilità a svolgere un ruolo da dirigente, e la seconda riguarda il compenso corrisposto.
La prima non trova alcun conforto nella disciplina legislativa e regolamentare di riferimento che non impone che la scelta del Capo di Gabinetto debba riguardare un soggetto in possesso di un titolo di laurea, essendo occorrente sicura capacità ed esperienza professionale consona alla natura e alla peculiarità dell’incarico. E la Paltrinieri queste caratteristiche le aveva.
Inoltre l’incarico dato non prevedeva che tra le competenze dell’incaricata ci fossero quelle proprie delle figure dirigenziali. Era chiaro il ruolo ausiliario di supporto della collaboratrice rispetto ad una figura di vertice dell’Ente, secondo quanto prescritto dalla vigente disciplina.
Infatti, nell’incarico dato si recita di sovrintendere, assistere, agevolare, svolgere attività di supporto ecc., e mai si fa riferimento a ruoli di gestione o direzione. Il fatto che non avesse alcun potere di firma ne è la dimostrazione lampante.
Circa la seconda obiezione, la normativa prevede deroghe a quella legislazione contrattuale di riferimento e la ratio di tale deroga è proprio riconducibile alla aticipicità e peculiarità della figura in questione, quale soggetto organicamente non inquadrato ed a cui sono conferite mansioni che per la loro peculiarità richiedono una flessibilità e disponibilità anche in termini di impegno orario non riconducibile all’ordinario ed ad un compenso economico coerente.
Va detto chiaramente che queste figure di supporto agli organi di direzione politica, sono contemplate dall’ordinamento degli Enti Locali, il quale ordinamento ha previsto dei rapporti di lavoro costruiti su base fiduciaria che la Magistratura in più occasioni ha ritenuto assolutamente legittimi.
Infine ci preme segnalare che ogni atto assunto dalla sottoscritta e dalla Giunta è sempre stato supportato da pareri positivi sulla legittimità e le regolarità espressi dai tecnici tenuti a renderli. Anche loro peraltro sono chiamati in causa, ma sono certa che sapranno far valere le loro ragioni.

Marcella Zappaterra
Caterina Ferri
Davide Bellotti
Giorgio Bellini
Davide Nardini

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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