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La formazione nell’ambito dell’home staging – la disciplina che unisce design d’interni, comunicazione e
marketing allo scopo di vendere gli immobili velocemente e bene – ha un nuovo punto di riferimento a
livello nazionale. Il 10 dicembre ha aperto ufficialmente a Bologna l’Accademia Italiana di Staging &
Redesign, dedicata a tutti coloro che vogliono fare dell’home staging la propria attività principale.
L’Accademia è la nuova incarnazione della Staging & Redesign School di Fosca de Luca, che negli ultimi 5 anni ha consentito a oltre 600 allievi di crearsi una professionalità sempre più richiesta nel mercato immobiliare. «Con questa novità intendiamo perseguire ancora con più forza la missione che da sempre ci contraddistingue, quella di dare ai nostri allievi tutti gli strumenti per formarsi, aggiornarsi e svolgere sempre al meglio il proprio lavoro – commenta Fosca de Luca –. Nuovo nome, nuovo logo e nuovo sito (https://stagingeredesign.school/), ma non solo: un’offerta formativa ancora più completa che diventa un vero e proprio percorso di 130 ore per diventare home stager, con lezioni sia in presenza sia online, e che viene completato da esperienze sul campo. E poi c’è la nostra nuova sede bolognese, concepita come una vera e propria Factory, dove si terranno corsi, eventi e laboratori pratici per allievi e professionisti provenienti da tutta Italia».
Redesign d’interni, fotografia d’interni, marketing per il settore real estate, business e vendita, video
reclame, uso dei software (Lightroom, Sketchup), home staging per la ricettività turistica: sono alcuni degli argomenti su cui vertono i corsi dell’AIS&R, tutti ambiti che devono essere ben conosciuti da qualsiasi home stager. Che è, spiega in poche parole Fosca de Luca, «Quel professionista della valorizzazione immobiliare che, tramite interventi mirati e temporanei, allestisce le case per la vendita. Gli ultimi dati dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers confermano che una casa oggetto di home staging si vende in media in 46 giorni, contro i 228 che servono per le vendite tradizionali, e con uno sconto medio molto basso, del 4%. Ecco perché la figura dell’home stager, relativamente nuova in Italia, è sempre più richiesta per consulenze da agenzie, investitori e proprietari».
Un professionista che non è solo un esperto di arredo e decorazione d’interni, ma anche un comunicatore digitale con competenze di marketing e vendite. «Stare al passo con le evoluzioni del mercato immobiliare è la base del nostro lavoro e le specializzazioni sono numerose – spiega sempre de Luca –. Il primo step è costituito dal nostro corso base di 40 ore di teoria più 8 di allestimento dal vivo, che permette di entrare in questo mondo e si completa nel tempo con gli altri corsi, fra cui Business4Stager, incentrato proprio sugli aspetti imprenditoriali e sulla creazione di un piano di business solido e remunerativo». E per chi non è ancora pronto a intraprendere una carriera autonoma, ma vorrebbe valutare se l’home staging fa per lei o per lui? «Per chi pensa di avere un talento e vuole conoscere meglio questo mondo c’è il nostro corso propedeutico “Effetto WOW” – spiega de Luca –. Si tratta di un videocorso di 9 ore, completo di test conclusivo e attestato, che condensa i nostri contenuti in una serie di brevi lezioni da seguire quando si vuole. È l’ideale per orientarsi nel mondo dell’home staging ed eventualmente proseguire con la preparazione completa; nel qual caso, il costo del corso propedeutico viene scalato dalle spese successive».
In questo momento il corso “Effetto WOW” è in offerta a 366 euro IVA inclusa: un’ottima idea da regalare
a Natale all’amica o all’amico che sta pensando di fare della sua passione per la casa e l’arredamento un lavoro vero e proprio.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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