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Da: Organizzatori

Ferrara. Giovedì 11 luglio ore 19.00 NAG inaugurerà la mostra “Hands. Sull’identità e l’incontro” a cura di Giulia Mozzini presso la Galleria Fabula Project di Palazzo Bentivoglio, Via Garibaldi 90.

Hands, opera di NAG, nasce come progetto fotografico nel 2015 e nel suo continuo divenire si forgia nell’oggetto: toccando diversi “dove” diventa compendio delle mani del mondo. La plasticità del supporto dà forma alle relazioni tra i segni fotografici coinvolgendo spazialmente l’osservatore e permettendogli di percepire le diverse sfaccettature dell’opera sia materialmente che concettualmente.

«A Meknès (Marocco), passeggiando nei pressi della porta di Bab Mansour, vidi un anziano sedere sotto gli archi. Feci una foto in lontananza, ma nel notare l’insistenza con cui quell’uomo continuava a guardarmi decisi di avvicinarmi. Indossava una tunica verde e nel suo sguardo il velo della cecità.
Fu lì che chiesi il permesso di fotografare la sua mano.
Quella mano, solcata da chissà quale vissuto, riusciva a parlare più di quanto non potessimo provare a fare noi due.»
(NAG)

L’opera fonde fotografia e tridimensionalità per dare voce ad un incontro: la mano del cieco di Meknès tocca quella del tipografo di Treviso; le dita affusolate della Geisha tendono a quelle argillose del ceramista.

«Hands non è solo un’installazione – sottolinea Giulia Mozzini – è un sistema di relazioni, un filo evolutivo. Un quadrante di mani provenienti da coordinate differenti ciascuna con una storia da raccontare. Hands nasce e si sviluppa dalla ricerca di un incontro, da un contatto ravvicinato, da una richiesta: “Posso fotografare la tua mano?”.
Non occhi ma dita, non labbra ma palmi solcati. La mano come tavola incisa e pergamena narrante.
NAG si fa qui chiromante in nome di una divinazione che non prevede la mano come strumento di lettura di un vago futuro, bensì dell’Essere più vero e profondo di ogni singolo individuo.

Hands chiama in causa. Permette gentilmente di distogliere lo sguardo per guardare anche se stessi.»

NAG è un organismo creativo nato a Firenze negli anni ’90 e sviluppatosi in diverse esperienze internazionali tra cui quelle significative di Tokyo 2017 e Gerusalemme 2018. Fin dalla sua nascita sperimenta il fare ed il pensiero creativo; un organismo collettivo unito da un’unica e riconoscibile anima progettuale. NAG è un’entità poliedrica e sensibile, cittadina del mondo.
Tra le opere che portano la sua firma ricordiamo Kronos e Kairos (performance sulla riflessione della circolarità del tempo, Firenze 2016), The hanging chair (premiata al Salone del Restauro, Ferrara 2017), The magic mountain; The flower in the crained wall; The ideal shelter, Breath House (Serie di oggetti sull’arte e sull’architettura, Tokyo 2017), Il mattone abitato (Fuorisalone Atmospheres, Milano 2018), Veil of light (Lightining Festival of Gerusalem, Gerusalemme 2018), Take place (Spazio Grisù, piazzale circolare, Ferrara 2019).

Da: Organizzatori

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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