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Da: Rifondazione Comunista Fe

Rifondazione comunista aderisce convintamente alla mobilitazione nazionale “Priorità alla Scuola”, che sarà presente in almeno 40 città italiane, nella giornata di giovedì 25 giugno.

Rivendichiamo la riapertura in sicurezza delle scuole a settembre e rimarchiamo che la Didattica a Distanza non può che essere emergenziale e inidonea a soppiantare totalmente o parzialmente la Didattica in presenza. La prima, infatti ha evidenziato consistenti limiti in particolare nei confronti dei soggetti più deboli, ovvero coloro che risentono di svantaggi socio-culturali e di apprendimento; e in generale risulta incompleta per tutti gli studenti.

Ricordiamo che la scuola della Costituzione così come recitano gli articoli 33 e 34: è una scuola aperta a tutti, senza alcuna discriminazione e dove l’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita nel garantire il riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi.

Sono assolutamente necessarie risorse straordinarie, assunzioni a tempo indeterminato del personale scolastico sia docente che ATA, investimenti strutturali, personale aggiuntivo, prevenzione sanitaria. Per questo motivo e in questo particolare momento storico, si valutano come intollerabili le recenti decisioni dell’amministrazione locale in merito a tagli di fondi destinati alla manutenzione ordinaria e al riscaldamento scolastico degli edifici.

E’ inaccettabile e del tutto inadeguata la bozza sulle “Le linee guida” proposta dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, dove tra le altre è paradossale delegare ai singoli istituti le condizioni di riapertura, in nome di una non ben definita autonomia scolastica, senza l’indicazione di condizioni minime e di risorse aggiuntive disponibili. Non si accenna ad un’organizzazione complessiva della didattica e non si ricordano nidi e servizi educativi per l’infanzia. A tal proposito non riteniamo perseguibile una riduzione del tempo scuola, che si affidi ad un completamento di orario ad esternalizzazioni, bensì sosteniamo da tempo una riduzione del numero di alunni per classe ed un rapido ed efficace piano di edilizia scolastica. Le proposte avanzate sono del tutto insufficienti e non perseguibili: turni, riduzione della didattica in presenza, gruppi misti a livello anagrafico; queste modalità non faranno altro che accentuare le diseguaglianze nell’apprendimento, assente inoltre una specifica sui protocolli sanitari.

Poi appare irragionevole rovesciare quasi totalmente la responsabilità delle scelte ai singoli presidi, invitati a scegliere arbitrariamente su come ripartire; su di loro infatti ricadranno le decisioni da prendere in merito a: spazi, composizione delle classi, eventuali turnazioni. A fronte di attuali istituti inadeguati ad affrontare la situazione prospettata; quando invece mai come in questo periodo sarebbero indispensabili investimenti straordinari nella Scuola.

Infine delegare le responsabilità alle scuole porterà ad un incremento delle discrepanze tra i territori più o meno attrezzati: da un lato ci saranno scuole con con maggiori risorse e dall’altro territori più poveri e periferici in prevedibile difficoltà e limitata offerta formativa.

La mobilitazione sarà portata avanti unitariamente da docenti, presidi, famiglie e tutti coloro che credono ancora che la scuola pubblica debba essere una priorità nelle politiche economiche di questo paese: quindi invitiamo tutti a scendere in piazza Savonarola giovedì 25 giugno alle ore 18.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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