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da: Arci Ferrara

Mercoledì 3 febbraio ore 21.00 – ingresso 5 euro. Versione originale con sottotitoli in italiano.
A grande richiesta, dopo il sold-out dello scorso appuntamento, torna Banksy Does New York al Cinema Boldini di Ferrara.

Nel mese di ottobre del 2013 il writer inglese Banksy ha organizzato un progetto artistico unico nel suo genere: grazie al fondamentale supporto dei social media, in particolare di Instagram, ha rivelato ai suoi followers di trovarsi a New York, annunciando di creare una street art al giorno nei punti più disparati della città, continuando a restare completamente anonimo. A opera ultimata la foto della stessa postata sul suo profilo avvertiva i fan della sua esistenza, senza rivelarne però la posizione: era il fischio d’inizio per dare il via alla caccia per trovarla per primi, sia per fotografarla, e ovviamente condividerla per dimostrare di essere arrivati prima degli altri, sia per fare in tempo a vederla, visto che le insidie sono dietro l’angolo: dai writer invidiosi che non aspettano altro che rovinare con i loro graffiti una delle sue opere, fino a chi vuole sfruttare l’arte del writer inglese a scopo di lucro.
Le opere di Banksy sono apparse in lungo e in largo nella Grande Mela, dal Lower East Side fino a Staten Island, da Williamsburg a Willets Point, contraddistinte dal suo stile unico, che predilige l’uso di stencil e la combinazione con elementi architettonici preesistenti, e dai messaggi solitamente contro la guerra, anti-capitalistici, anti-istituzionali e a favore della pace, lanciati con la sua proverbiale amara ironia.
Banksy Does New York di Chris Moukarbel è incentrato sì su Better Out Than In, questo il nome del progetto artistico dell’artista inglese, ma anche sulla reazione del pubblico e sul fondamentale ruolo dei social media, essenziali affinché l’operazione di Banksy avesse successo. Molti newyorkesi hanno preso come una vera e propria missione controllare costantemente il suo profilo Instagram e poi correre a cercare la sua nuova opera. Il documentario ci mostra anche una sorta di altruismo e fratellanza che si è venuta a creare nella comune passione per Banksy: c’è chi si è preoccupato di cercare di riparare eventuali opere danneggiate, chi, sempre grazie ai commenti su social, ha aiutato gli altri a trovare prima il lavoro diffondendo le informazioni che ha raccolto fino a quel momento, chi ha filmato per denunciare eventuali danneggiamenti e furti e chi è intervenuto personalmente per cercare di allontanare le persone colte in flagrante.

Perché ci sono così tanti appassionati di Banksy? Probabilmente perché spesso i suoi messaggi sono diretti e di facile comprensione, puntano l’accento su tematiche molto attuali con intelligenza e ironia. Banksy Does New York ci ricorda che non è tutto qui, perché l’artista ha saputo ben giocare con il suo ruolo di writer di denuncia arrivando ad essere famoso pur restando nell’anonimato, ed è proprio questo uno dei suoi maggiori punti di forza. Molti sono i suoi estimatori anche tra gli esperti, da una giornalista a un critico d’arte passando per chi spera di guadagnare con le sue opere. Il documentario è completo perché corredato di testimonianze personali e di differenti prospettive con cui si guarda questo vero e proprio fenomeno sociale. Raccomandato sia agli appassionati, sia a chi ne è incuriosito e ne vorrebbe sapere di più in merito.

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara.
www.cinemaboldini.itwww.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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