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Da: Comune di Bondeno.

Con il ritorno della primavera, tornano anche i cantieri previsti per il territorio matildeo. Numerosi quelli in partenza (presumibilmente verso maggio, al termine delle procedure di gara) e che riguardano l’intero comprensorio. «Ci stiamo concentrando, in questa fase, sulle frazioni – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi –. Perché qui sono previsti diversi interventi sui manti stradali, in zone che ci sono state segnalate in più occasioni dai cittadini, ma anche i prossimi interventi di calmieramento del traffico veicolare. Intanto, limitatamente al discorso asfalti, abbiamo stanziato nell’ultima riunione di giunta circa 190mila euro che saranno impiegati per una serie di lavori che vorremmo vedere partire in primavera». Nel dettaglio, si parla di via Argine Traversagno, via Borgatti, via per Stellata, dove sono diventati impellenti i lavori di ripresa di alcuni cedimenti sulla rampa, assieme alla ripresa di criticità minori lungo il percorso della Destra Po. Si completerà il programma previsto per via Bassa, ed è stata inserita nel lotto delle priorità anche la frequentatissima via Finalese, che corre sopra l’argine del Panaro. Manutenzione prevista per via Argine Cagnetto, nel tratto che collega le frazioni di Burana e Gavello, ed anche per via Argine Campo, a Pilastri. Località, quest’ultima, interessata dai prossimi lavori previsti in una porzione di via Farini (sul lato rivolto verso Bondeno). Infine, altri lavori sono pronti per essere appaltati sulla strada che attraversa l’abitato di Ponti Spagna. Ma non è tutto: «Accanto al già programmato acquisto di ghiaia, riasfalteremo in questa fase il parcheggio situato davanti alle scuole superiori di via Manzoni, che necessita di manutenzioni urgenti», assicura Marco Vincenzi. L’ammontare complessivo degli interventi è, come accennato, di 190mila euro. L’obiettivo è quello di arrivare in tempi stretti alle procedure di gara, per poi procedere nel corso della primavera all’apertura dei cantieri.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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