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da: Ufficio Stampa e Comunicazione Cia Ferrara

Una nuova iniziativa organizzata da Donne in Campo e Anp di Cia – Agricoltori Italiani con la collaborazione del plesso scolastico di Vigarano Mainarda

FERRARA – Uova fresche raccolte nelle aziende agricole del territorio, farina, mattarelli alla mano e tanta voglia di imparare. Sono stati ancora una volta i bambini dell’Istituto Comprensivo Alda Costa di Vigarano Mainarda – dopo il progetto dedicato all’orto in città – i protagonisti dell’iniziativa organizzata da Donne in Campo e Anp di Cia – Agricoltori Italiani per sensibilizzare i più piccoli nei confronti dell’agricoltura e della tradizione rurale. Così, una cinquantina di alunni di terza ha partecipato con entusiasmo a “L’uovo in pasta” che li ha portati a scoprire il percorso che va dalla produzione di grano e di uova nelle aziende agricole fino alla realizzazione della pasta fatta in casa. Dalle mani di bambini entusiasti di rompere uova, impastare con la farina e tirare con il mattarello – aiutati dai “nonni”, Emma, Lea, Edda e Giuliano di Anp – sono nate belle sfoglie e deliziose farfalle e tagliatelle. Una vera e propria educazione alla filiera della pasta e della cerealicoltura, dalla raccolta del grano fino alla produzione della farina che per l’occasione era stata offerta proprio da Massimo Piva del Gie (Gruppo di Interesse economico) cereali di Cia Ferrara.

Soddisfatta dei risultati dell’iniziativa Sofia Trentini, presidente di Donne in Campo Emilia – Romagna.

«Abbiamo scelto – dice la Trentini – di spiegare ai bambini la filiera del grano, fino alla produzione della pasta all’uovo, facendo toccare con mano gli ingredienti e coinvolgendoli nella sua preparazione. E’ stato molto bello vedere il loro entusiasmo, la voglia di collaborare per arrivare al risultato finale. In nostro obiettivo, vista l’esperienza positiva della collaborazione con la scuola di Vigarano, è portare questi “educational” in altre realtà scolastiche perché siamo convinti che se un bambino viene reso partecipe e sensibilizzato verso i prodotti della terra, le filiere e la tradizione produttiva sarà una persona più consapevole del valore dell’agricoltura e dell’ambiente.» Grande soddisfazione anche da parte di Nicoletta Soriani, la maestra che ha accompagnato i bambini in questa avventura: «I bambini in classe non devono imparare solo dai libri ma anche da un fare costruttivo e positivo come preparare, con pochi alimenti “poveri” della tradizione contadina, la pasta fatta in casa. Un’esperienza che spero ripeteremo anche l’anno prossimo, con nuove iniziative di educazione all’agricoltura.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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