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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Un momento importante per il “tessuto” economico di Ferrara: si svolgerà lunedì 9 giugno alle ore 11,00 presso la sede Ascom (in via Baruffaldi 14/18 al primo piano, a Ferrara) la riunione dei trenta componenti del Consiglio Nazionale di Federazione Moda Italia, presieduto da Renato Borghi – che ricopre anche la carica di Vicepresidente nazionale di Confcommercio.
“E’ un appuntamento significativo per la nostra città – commenta il presidente provinciale Ascom Giulio Felloni e neo eletto del consiglio nazionale di Federazione Moda Italia – i temi al centri dei lavori spazieranno dall’analisi dell’andamento dei consumi nel tessile abbigliamento piuttosto che il tema delle vendite on line. Non mancherà ovviamente l’argomento centrale della difesa e della valorizzazione del Made in Italy, nel campo in particolare della moda, fiore all’occhiello della creatività. Sono soddisfatto che i lavori del Consiglio si svolgano nella nostra città perché il riconoscimento da parte di Confcommercio dell’importanza che ha Federazione Moda Italia in provincia di Ferrara in un comparto strategico per la crescita occupazionale del territorio”.
Il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi spiega: “Nonostante qualche timido segnale positivo, il settore moda, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori ed articoli sportivi registra in questo inizio d’anno, da gennaio ad aprile, un ulteriore calo, seppure contenuto del 2,11%. Il dato di Federazione Moda Italia, che trova conferme anche dai rilevamenti non così distanti dell’Osservatorio Acquisti di CartaSi sulle spese effettuate dagli italiani nei negozi di moda con le sole carte di credito, è comunque sconfortante, anche perché non si riesce a recuperare un’altra stagione sicuramente non positiva come quella dell’autunno/inverno da poco terminata. Ritengo da respingere al mittente la raccomandazione dell’Europa volta a tassare ancora i consumi: sarebbe proprio il momento giusto per dare un altro colpo decisivo ad ogni speranza di crescita”.
Ad anticipare i lavori di Federazione Moda Italia il seminario, aperto al pubblico, (ore 9,30 sempre al primo piano della sede Ascom) sul tema “SOS Etichettatura”: l’appuntamento rientra nel quadro delle azioni di sensibilizzazione svolte dalla Federazione sui produttori affinché le etichette siano complete e conformi alle disposizioni di legge: attualmente in caso di inadempienze tutto il peso delle sanzioni ricade, ingiustamente, sul solo commerciante: da qui l’azione di Federazione Moda Italia che si batte da anni perché le responsabilità vengano suddivise in modo proporzionale tra produttori ed esercenti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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