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da: ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 13 aprile Happy Go Lucky Local ospita Rollerball, uno dei combo più interessanti della scena jazz italiana formato da Piero Bittolo Bon, Beppe Scardino, Enrico Terragnoli, Danilo Gallo e Massimiliano Sorrentini. Impegnati in un iperbolico slalom tra sonorità avant, jazz, rock e pop, da cui non si uscirà indenni, gli artisti presentano Post Amen, secondo album per il collettivo di musica creativa El Gallo Rojo. // Nuovo appuntamento con la didattica in collaborazione con il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara. In occasione dell’esame conclusivo del corso di Musica d’insieme del Biennio e Triennio Jazz tenuto dal professor Roberto Manuzzi, gli allievi si esibiranno in una doppia performance che anticiperà e seguirà il concerto.

Lunedì 13 aprile (ore 21.30) Happy Go Lucky Local ospita Rollerball, uno dei combo più interessanti della scena jazz italiana. A cinque anni dalla prima brillante uscita, La Clinica del Rasoio, acclamata dalla critica nazionale ed internazionale, il quintetto Rollerball torna a colpire forte con un nuovo stupefacente album dal titolo Post Amen (El Gallo Rojo, 2013). Dodici tracce nuove di zecca in cui il combo formato da Beppe Scardino e Piero Bittolo Bon ai fiati, Massimiliano Sorrentini alla batteria, Danilo Gallo al contrabbasso ed Enrico Terragnoli alla chitarra, attraversa gli spazi dell’avanguardia, del jazz, del rock e del pop come una calda lama di rasoio nel burro. Nelle musiche originali, composte e scritte dai cinque componenti, gli arrangiamenti orchestrali dei fiati si alternano a momenti liberi, di puro timbro, in cui ciò che conta è il suono in sé, più che frasi e melodie. Sfuriate hardcore lasciano spazio a brani lenti e misteriosi, in cui la musica lievita pian piano e incupisce il clima con una sensazione d’inquietudine. Sapori blues ad alto tasso erotico, dove una chitarra dal fraseggio insieme arcaico e moderno si lascia sostenere dal background dei fiati, mentre la ritmica incalza e va avanti ineluttabile senza mollare il colpo. Infine, l’incredibile arrangiamento di un brano che ha scritto la storia del pop anni ’80: “Der Kommissar” di Falco. Dopo la verità, dopo ciò che è stabile e fermo, dopo ogni certezza: Post Amen, a cui segue l’immancabile jam session.

Ad impreziosire la serata di lunedì è un altro appuntamento legato alla didattica, realizzato in collaborazione con il Conservatorio “G.Frescobaldi” di Ferrara. In occasione dell’esame conclusivo del corso di Musica d’insieme del Biennio e Triennio Jazz tenuti dal professor Roberto Manuzzi, sarà possibile godere di una doppia performance tenuta dagli allievi che anticiperà e seguirà il concerto (prima parte dalle ore 20:00 alle ore 21:15 – seconda parte dalle ore 23:15 alle ore 00:15 + jam session). Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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