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da: Made Eventi

Capodanno a Ferrara. Natale è in centro a Ferrara

E adesso avanti tutta con le luminarie. E’ stato sottoposto ed approvato dalle associazioni di categoria un piano triennale che prevede – già a partire da quest’anno – un rinnovamento totale delle luminarie che abbelliranno il centro cittadino. Finalmente l’accordo è stato trovato. Le luminarie saranno un ulteriore contributo per arricchire il centro cittadino, all’interno di un già ricchissimo programma di eventi e manifestazioni, che accompagneranno la città dal 28 novembre al 10 gennaio 2016. E’ stata recepita – da parte dell’Ati che organizza gli eventi – l’esigenza manifestata dai commercianti di un cambiamento importante rispetto agli anni precedenti.
Le luminarie saranno 530, disposte in tutto il centro cittadino. Il lavoro è stato affidato alla società Luigi De Filippo di Salerno, con sede operativa a Verona. Si tratta di una delle più importanti realtà italiane del settore. La stessa azienda che “illuminerà” Ferrara, è stata scelta per addobbare anche il centro cittadino di Vicenza, Carpi e altre 30 località italiane. Tutte le strade avranno un unico tema “illuminante”, anche se in base alla tipologia della strada, saranno aggiunti elementi scenici originali.
Un intervento del tutto particolare e molto spettacolare è stato scelto per piazza Municipale e per lo Scalone del Comune. Le luminarie saranno accese a partire da sabato 28 novembre, insieme all’inaugurazione della pista del ghiaccio.
Grande soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti dell’Ati che gestirà gli eventi natalizi, Riccardo Cavicchi e Alessandro Pasetti di Delphi International e Made Eventi, insieme a Mauro Spadoni di Sapori da Mare. “Adesso possiamo partire con un piano davvero innovativo che ogni anno si rinnoverà fino al 2017. Abbiamo fatto tutto quanto nelle nostre possibilità per soddisfare le attese dei commercianti e per garantire un rinnovamento che si protrarrà nel tempo. Adesso confidiamo nella sensibilità delle attività del centro cittadino, che ci sostengano con il contributo di 100 euro che chiederemo loro”.
Gli organizzatori tengono anche a precisare che nei prossimi giorni saranno organizzati incontri con i commercianti del centro per spiegare meglio nel dettaglio il piano luminarie, il loro posizionamento e le loro caratteristiche.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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