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Rubrica a cura di Fabio Mangolini e Francesco Monini

Francesco Facchiano è un ricercatore-medico napoletano, trapiantato a Roma. Abituato a parlare con proteine, cellule e tumori per raccontarne le storie in termini tecnici, durante la pandemia ha deciso di trascrivere i pensieri di chi all’improvviso si è ritrovato “solo”, naufrago in un mare di comunicazioni multimediali. Scoprendo che ora il tasto più usato nelle tastiere di computer e cellulari è quello del punto interrogativo. Abbiamo affidato la lettura a voce alta del racconto a Massimiliano Piva, creatore di Cosquillas Tkeatre Methodology,  un metodo utilizzato in tutta Europa e utilizzato nel mondo del sociale e del Terzo Settore per spettacoli con interpreti non professionisti e  portatori di disagio.
(I Curatori)

Francesco Facchiano, Brillo. Ovvero: Devo capire!, racconto inedito  (maggio 2020), lettura di Massimiliano Piva

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BRILLO
ovvero DEVO CAPIRE!

Non ho dormito bene, mi ritornano in mente quelle assurde notizie che ho visto in televisione ieri mattina, poi riviste, identiche, nel pomeriggio, e poi ancora in serata, e nell’edizione della notte. Le conoscevo ormai a memoria, comprese le pause della giornalista: non mi hanno fatto chiudere occhio! Devo chiamare Alessandro, il medico, ma chissà se mi risponde.
Starà visitando, spero per lui con mascherina, guanti e dispositivi di protezione. Riprovo tra due minuti.
Sempre occupato, ormai è da stamattina che provo. Niente.
E ci mancava pure Brillo che vomita sul tappeto di camera da letto. Questa è la seconda volta: devo assolutamente risolvere anche il suo problema. Magari chiamo il veterinario, che ci metto? Telefono a Mario: è quello da cui lo portai quando l’ho fatto castrare e mi faccio dire che farmaci deve prendere perché oggi ha vomitato di nuovo. Oppure chiamo la veterinaria Samantha, quella giovane che abita qui nel palazzo da cui va la mia vicina. No no, meglio Mario, visto che già lo conosco.

“Pronto, Mario? … Ah mi scusi … non sapevo, quindi è lei, dottoressa Samantha che ora segue anche i pazienti, cioè come dire, gli assistiti, del dr. Mario e risponde al suo cellulare. Buongiorno. Anzi Ciao! Credo che possiamo passare al tu, siamo vicini di casa, e quasi colleghi, noi architetti amiamo molto gli animali… Sì, sono l’architetto Biagioni, proprietario di Brillo, quel pastore tedesco che vedi probabilmente qualche volta sul pianerottolo della scala A, al quinto piano. Eh sì, lo so, è molto bello: tutto il suo padrone… eh eh, mi scusi, cioè scusami, sono un tipo un po’ … divertente, come dire. No, chiamavo per chiedere un consiglio su Brillo. Dunque, ha 6 anni, è in buona salute, mangia un po’ di tutto. Ehm… sì, due-tre anni fa lo portai da Mario perché aveva cambiato umore, guaiva in modo strano e insistente soprattutto alla cagnolina della vicina, e spesso scappava…. birbaccione. E così Mario gli fece non so bene che trattamento, e tornò tranquillo. Ma sì, certo che so che trattamento ebbe, lo ha reso diciamo “innocuo” eh eh… Sì! sì, ho capito Samantha, non c’è bisogno che mi spieghi tutti i dettagli: so bene che cosa gli tolse.
Ma veniamo ad oggi: ha vomitato, poi ha queste crisi che lo fanno diventare un po’ apatico, assente. Non mi ascolta. Mi guarda in modo stupito, come se io fossi un marziano: qualche volta cammina con la testa inclinata da un lato, mi guarda e la scuote due-tre volte, guardandomi. Negli occhi.
Ah, capisco, potrebbe essere un’otite, un’infiammazione, o un piccolo evento vascolare.
Capisco, infatti anche Mario aveva accennato qualcosa del genere e che se accadeva di nuovo avrebbe potuto prescrivere qualcosa a Brillo. Sì, capisco, però mi sarà difficile andare in una farmacia veterinaria in questi giorni, sai sono due mesi e mezzo che non esco di casa, mi faccio portare tutto. Tutto! Perché, come sai, noi maschi siamo a maggior rischio con questo virus… non vorrei beccarmi qualcosa. Ah, allora, quindi eventualmente possiamo cominciare a dargli una piccola dose di aspirina, quella umana che prendo io per il cuore? Bene, sì, proprio quella, un pezzettino, praticamente ¼ o 1/8 della dose che prendo io… intanto me lo segno, ecco. Capisco. Beh sì, è giusto, le patologie di noi umani in fondo somigliano molto a quelle dei nostri amici a quattro zampe. Va bene, grazie moltissimo Samantha, mi ha fatto tanto piacere conoscerti e al più presto verrò a trovarti per farti conoscere il mio Brillo. Sì, certo, prossimamente Mario torna al suo ambulatorio, ma io ora so che, nel caso posso anche chiamare te… giusto? Grazie, gentilissima, anche Brillo ti ringrazia. A presto.

Stamattina va ancora peggio, ho dormito praticamente dieci secondi, tutta notte a ragionare sulle possibili mutazioni del coronavirus: certo che nessuno ci sta capendo niente della pandemia! Ma perché non spiegano bene una volta per tutte come funziona!? Io questi scienziati e questi medici davvero non li capisco, e infatti… ecco, non riesco a contattare Alessandro. Saranno tutti impegnatissimi, ma il mio ha sempre il telefono occupato, o lo lascia chissà dove o non sente le chiamate. È da tre giorni che cerco di contattarlo, ma niente. È stato molto più facile parlare con Mario, anzi con Samantha, uhm che ha pure una bella voce! Ah, a proposito, mi devo ricordare di dare anche oggi il pezzetto di aspirina a Brillo, che in realtà sta meglio. Prima o poi richiamo Samantha per dirle che Brillo è migliorato, le farà piacere di avere azzeccato la diagnosi.

Oggi va proprio male, ho sempre questa ansia e claustrofobia: in realtà ne soffro da decenni, ma chissà perché da quando c’è la pandemia sto molto peggio, proprio non capisco. Avrei bisogno di parlare con Alessandro, come facevo prima, tutti i lunedì e i mercoledì. Che belle quelle chiacchierate! Gli vorrei raccontare delle mie lunghe notti insonni e mi vorrei fare spiegare la differenza tra le IgM e le IgG dei kit diagnostici di cui hanno parlato al TG33, al TG-approfondimento e nello Speciale di Porta a Porta, e poi tutte quelle nuove teorie sulla pericolosità del coronavirus: lui sicuramente sa se con il vaccino saremo davvero tutti protetti, ma devo capire perché ci vogliono mesi o forse un anno per produrne uno efficace. Devo capire questo, assolutamente. Sì glielo devo chiedere, mi sono scritto queste sei-sette semplici domande, brevissime, per scoprire tutta la dinamica della pandemia. Ho bisogno di sapere. E poi soprattutto mi devo ricordare di chiedere ad Alessandro il dosaggio degli antistaminici ora che è primavera, perché non credo se li ricordi tutti i pollini, le piante e gli alberi a cui sono allergico, gli devo sempre ricordare tutto!
Ma ‘sto medico è diventato introvabile! Vedo che non si collega più nemmeno su WhatsApp… è pazzesco: Alessandro è un medico totalmente asocial. Un pericolo pubblico!

Brillo oggi sta bene: ma qualche volta la notte viene in camera, mi guarda e mi sveglia. In realtà non dormo perché guardo RaiNews24 tutta la notte, alternandola a Sky TG24 e Televideo. Forse Brillo soffre d’insonnia: ma così non va bene. Magari ci fossero mia moglie o la cameriera, con loro Brillo non crea mai problemi. Qualcosa devo fare…

Ciao Samantha, come stai? Sono Ettore, l’architetto, il proprietario di Brillo… quello simpatico… Ti ho chiamato alcuni giorni fa, ricordi? Ecco, sì, sono io, proprio quello. Posso disturbati un secondo, giusto un attimo? Bene, grazie: beh Brillo sta benino, anzi direi bene, non piega più la testa e non vomita più. Così ti ho chiamato per aggiornarti e per dirtelo. Sai, Brillo insisteva tanto che ti chiamassi, viene di notte a ricordarmelo, e allora lo ho accontentato. Grazie per la tua diagnosi e la terapia. Eh, sì certo… va bene, ma scusa-scusa, volevo anche chiederti un’altra cosa! Dicevamo l’altro giorno, quando chiacchieravamo cordialmente, che spesso i cani hanno patologie simili a noi umani, giusto? Eh sì, infatti. Allora volevo chiederti: ma quindi, proprio in virtù di questo assioma, sarebbe corretto aspettarsi che per la situazione pazzesca di questa pandemia da coronavirus, anche i cani possano avere problemi di allergie ai pollini, o soffrire di stati d’ansia dovuti alla segregazione a cui siamo costretti da settimane?

No no, Brillo esce come sempre e si fa i suoi giri giù nel cortile, come prima anzi anche di più, perché ha fatto amicizia con alcuni bambini con cui trascorre ore… se lo vengono a prendere a turno per portarlo a spasso: lui sta bene, anzi benone. No sai, era una mia curiosità, visto che dicevi che le patologie degli animali possono somigliare a quelle degli uomini, era solo per poter ragionare, diciamo anzi speculare, insieme a una scienziata, su questi argomenti un po’ filosofici, se vogliamo, che io osservo e valuto più da un punto di vista estetico per deformazione professionale… Ah, scusa sì, ma certo, sei impegnatissima, immagino. Ma posso richiamarti tra un’ora o dopo, quando vuoi, così ci scambiamo qualche meditazione sull’argomento, che ne dici, dopo le venti va bene? Stasera poi ci sarà la luna, sarà anche più stimolante per i pensieri, come dire… allora a dopo. Ciao Samantha…

Niente, adesso anche Samantha ha sempre il telefono occupato: ma cosa accade? La pandemia ha colpito cani, medici e cellulari? Eravamo rimasti che potevo chiamarla dopo le venti, ora sono le ventuno e quarantacinque ed è sempre costantemente occupata, oppure squilla a vuoto: troverà almeno trenta avvisi delle mie chiamate. Strano però. Aveva detto “chiamami dopo le venti” o no? O forse aveva detto dopo le otto? Ma sì, avrà detto “dopo le otto” e intendeva dopo le otto di domani mattina. Certo, sarà così: però io avevo fatto riferimento alla luna, quindi era chiaro che si intendevano le otto di sera…, boh, forse stasera è impegnata. Vabbè, allora la chiamo domani mattina: meglio, così intanto stanotte mi appunto anche queste altre due-tre brevissime domande che volevo farle per capire tutto sull’immunità di gregge. Forse noi proprietari di cani da pastore siamo più protetti, chissà?

Francesco Facchiano, Brillo. Ovvero: Devo capire!, racconto inedito  (maggio 2020)

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Cover: elaborazione grafica di Carlo Tassi

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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