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Da: Organizzatori

Adesso nell’isola di Kangaroo con il programma scolastico all’estero di WEP

‘Non immagini come sia finché non lo provi in prima persona. Qui imparo a vivere’ Torino, settembre 2016 – Se fosse ancora in Italia Samuele sarebbe tornato sui banchi di scuola da due settimane. Quest’anno, invece, per il 16enne di Voghiera (Fe), la scuola è cominciata molto prima, in piena estate. Erano i primi di luglio, infatti, quando il ragazzo è arrivato a Kingscote, una cittadina situata su una piccola isola a sud dell’Australia, Kangaroo Island, per trascorrere un semestre in un Istituto dell’isola. Il giovane infatti ha deciso di aderire ad uno dei Programmi Scolastici di WEP che permettono agli studenti fra i 15 e i 18 anni di frequentare una scuola all’estero per un trimestre, un semestre o un anno. ‘Già prima di iniziare la 3° superiore avevo pensato di partire. Quando alcuni miei amici più grandi hanno fatto questa esperienza ho subito chiesto loro consiglio. Scegliere la meta è stato semplice, è sempre stato un mio sogno visitare l’Australia.’ Così esordisce Samuele, ragazzo intraprendente che, oltre all’attrazione per il più grande Paese dell’Oceania, ha una grandissima passione anche per l’astronomia e l’astrofisica. Al Liceo Scientifico A. Roiti di Ferrara il giovane infatti ha scelto l’indirizzo in Scienze Applicate per acquisire competenze più avanzate negli studi scientifico-tecnologici. Una volta diplomato, vorrebbe iscriversi al Po litecnico di Torino per studiare ingegneria aerospaziale. A Kingscote tuttavia, non sta approfondendo solo lediscipline che riguardano solo lo spazio e l’universo ma, come la cultura australiana insegna, anche quelle sportive. ‘Dato che la mia hostmum insegna ginnastica acrobatica ho deciso di provare ad allenarmi con lei – anche perché, per adesso, gli sport acquatici sono off limits. Ho provato a immergermi con lei in muta, ma la temperatura del mare è di circa 12 gradi! Oltre a questo, ho avuto modo di vedere gli allenamenti di football australiano, ho deciso di provare e adesso sono entrato nella squadra.’ Per tutto il tempo del soggiorno, infatti, gli exchange students sono ospitati da una famiglia del posto, la host family, con cui spesso si instaura un rapporto di scambio e affetto che continua anche una volta finito il periodo all’estero. Samuele tornerà in Italia a inizio dicembre, quando in Kangaroo Island starà per arrivare la stagione estiva. Quali sono le tue impressioni, a circa metà del percorso? ‘Mi sono trovato subito davvero bene. Nella mia scuola erano tutti sono molto curiosi di conoscere un ragazzo straniero… c’è voluto poco per stringere nuove amicizie! Tutto è completamente diverso da come me l’ero immaginato, è sorprendente. Ci sono molte cose che sto apprendendo. Non so come spiegarlo, ma questa esperienza mi sta cambiando in meglio. Oltre, ovviamente, ad apprendere l’inglese, qui sento che sto imparando a vivere in un certo senso. Vorrei poter raccontare tantissime cose perché ogni episodio o aneddoto mi sembra bellissimo. Credo che, se non lo vivi in prima persona, non puoi capire cosa significhi. Sarò sempre riconoscente alla mia famiglia per aver reso possibile questo viaggio e a WEP per aver fatto sì che tutto il percorso fosse semplice e divertente.’

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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