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da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

L’Ente Palio città di Ferrara, il presidente Alessandro Fortini, le Contrade, la Corte Ducale e tutta la “gente di Palio” intende con la presente porgere le più sentite scuse alla dottoressa Elisa Fornasini, collaboratrice del quotidiano estense.com, e alla redazione della stessa testata per quanto pare sia accaduto sabato pomeriggio nel corso della manifestazione del Carnevale Rinascimentale a Ferrara, in piazza Municipale.
La gente di Palio ha il compito di agire nel rispetto della dignità e del lavoro di tutti : siamo sempre stati fedeli a questo principio e intendiamo ribadirlo in questa sede, poiché in questo sentimento che ci unisce conduciamo da sempre le nostre attività, soprattutto perché il Palio non è un oggetto di proprietà personale di qualcuno ma è patrimonio della città di Ferrara. Siamo d’altra parte convinti che anche nell’occasione di sabato sia stato mantenuto l’impegno di dare uguale spazio e favore agli organi di stampa intervenuti, anche se – nella calca – sembra che si sia presentato un disguido che è andato a carico della dottoressa Fornasini.
Ci siamo però sentiti in dovere di raccogliere la testimonianza di Giambaldo Perugini, protagonista dell’atteggiamento contestato così come raccontato dal direttore di estense.com sul suo quotidiano, che qui riportiamo. “Per principio non rispondo mai né partecipo in nessun modo a queste discussioni online, ma credo serva una eccezione. A parte tutte le considerazioni, i fatti sono avvenuti così: io e altri giornalisti eravamo affiancati e compressi in prima fila sotto il Volto del cavallo dove passavano un po’ tutti; iniziato a sfilare il corteo, non si poteva più attraversare lo spazio antistante lo scalone. Sono con la “zanetta” a guardare la sfilata e arriva questa ragazza alle mie spalle molto agitata, che spinge fortemente, rischiando di farmi cadere, visto che porto il bastone per i miei ben noti problemi fisici. Le diciamo che non si può passare perché non “era nessuno” abilitato a passare in quel momento. Dopo molte spinte dice di essere di estense.com e viene fatta passare. Purtroppo non era come Mosè davanti al quale si aprirono le acque.”
Rimane comunque fermo il principio che l’accaduto sia stato inequivocabilmente spiacevole, così come rimangono ferme le intenzioni di continuare ad agire nel pieno rispetto di quanti ci seguono, per lavoro tanto quanto per diletto.
Il Palio è della città di Ferrara, delle persone che sfilano e di quelle che assistono, con rispetto di ognuna di esse e del ruolo che ricoprono. Speriamo dunque che dottoressa Fornasini vorrà essere ancora ospite delle nostre manifestazioni, per vivere il mondo del Palio, fatto di allegria e gioia.

Ente Palio città di Ferrara
Alessandro Fortini

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ENTE PALIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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