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Da: Gruppo Lega Nord Emilia Romagna

LEGA: “NO ALLE DISCRIMINAZIONI, MA DIETRO AL PROGETTO DI LEGGE SULL’OMOTRANSNEGATIVITA’ C’E’ DELL’ALTRO…”

Salta l’approvazione del Progetto di legge regionale contro l’omotransnegatività, che torna in Commissione. Il capogruppo del Carroccio, Stefano Bargi: “Le discriziminazioni di ogni ordine vanno assolutamente contrastate, ma l’invenzione dell’omotransnegatività suona come una forzatura: esistono già leggi e iniziative per la prevenzione della discriminazione di genere e del bullismo a livello regionale e nazionale, pertato abbiamo davvero bisogno di questi diritti impregnati di ideologia in un quadro organico di politiche familiari?”

E’ stato rinviato il voto dell’Assemblea legislativa emiliano-romagnola sul Progetto di legge contro l’omotransnegatività: per superare l’ostruzionismo del centrodestra, con Fdi che ha presentato 500 emendamenti alla legge, il Pd emiliano-romagnolo ha rimandato il testo in Commissione.

“Abbiamo votato a favore del ritorno in Commissione del Progetto di legge affinché venga riformulata poiché, così com’è, e benché siano già stati presentati degli emendamenti atti a smussare il testo originario, il testo rimane non condivisibile. Un esempio? Riteniamo sia folle l’idea di istituire dei corsi di formazioni destinati ai dipendenti pubblici per trattare adeguatamente un cittadino omosessuale, così come rigettiamo completamente l’idea di controllare le trasmissioni televisive locali tramite il Corecom” spiega il capogruppo del Carroccio in Regione, Stefano Bargi.

Sia chiaro che “le discriminazioni di ogni ordine vanno assolutamente contrastate, sono il primo a dirlo, ma dietro al “Progetto di legge regionale contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” vediamo dell’altro”.

“L’invenzione dell’omotransnegatività, a nostro parere, suona infatti come una forzatura: esistono già leggi e iniziative per la prevenzione della discriminazione di genere e del bullismo a livello regionale e nazionale, pertato abbiamo davvero bisogno di questi diritti impregnati di ideologia in un quadro organico di politiche familiari?” punge Bargi.

Il concetto di omotransnegatività allarga infatti l’obiettivo “da una condivisibile lotta contro le discriminazioni a un rischioso proclama che investe libertà di opinioni e di espressione. Condannare la “negatività” di valutazioni che non si allineano alle posizioni del più oltranzista pensiero in materia, potrebbe aprire la strada a derive inaccettabili pertanto siamo dell’idea che occorra ribadire con ancora più convinzione, invece, il ruolo che le famiglie hanno nell’educazione dei figli, un compito che non va affatto disatteso, come invece, pare vorrebbe fare la Proposta di legge” conclude Bargi a nome del Gruppo Lega.

Da: Gruppo Lega Nord Emilia Romagna

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

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