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da: Ufficio Stampa Lega Nord

“Siamo preoccupati per la situazione che si sta creando all’ospedale del Delta. Soprattutto, dopo quanto espresso dai sindaci dei comuni del territorio (Lagosanto, Comacchio, Codigoro, Mesola e Goro). I quali, da tempo, lamentano la poca chiarezza nella programmazione e riorganizzazione sociosanitaria della struttura”. Alza la guardia, il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, sulla difficile situazione dell’ospedale di Lagosanto, da tempo al centro di diverse lamentele da parte dell’utenza. La quale non ha gradito, nel giro di poco tempo, la chiusura “del reparto di gastroenterologia, dell’emodinamica (laboratorio cofinanziato dalla Fondazione Carife con 75.000 euro), dell’ambulatorio pediatrico ad accesso diretto, e del reparto di pediatria, Senza contare che, a breve, chiuderà la maternità”. Sotto la lente d’ingrandimento della Lega, anche i costi della struttura ospedaliera: “secondo notizie di fonte sindacale – avverte Alan Fabbri – ogni posto letto al Delta avrebbe un costo annuale superiore di circa 64.000 euro, rispetto alla media che si registra nelle altre aziende ospedaliere emiliano-romagnole”. Un dato che va assolutamente sviscerato. Di fronte alla protesta dei sindaci del territorio, l’Azienda sanitaria ferrarese ha ‘replicato’ con uno striminzito comunicato, che richiama il Delta unicamente come ‘scuola di emergenza’ di nuovi medici e operatori, principalmente seguiti da personale del pronto soccorso. Cosa positiva, certamente, se non ci fossero anche le segnalazioni di «sovraccarico e disagio lavorativo degli stessi operatori”. Sui quali graverebbero anche i nuovi arrivati. Insomma, in un’interrogazione recapitata all’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, Fabbri chiede che sia “fatta immediatamente chiarezza sulla riorganizzazione sociosanitaria che interessa l’ospedale, sospendendo con effetto immediato il processo di chiusura del punto nascite”. Inoltre, “chiediamo a Venturi – conclude Fabbri – quali iniziative intenda mettere in atto, per risolvere le criticità del Delta e il problema da sovraccarico operativo palesato dai suoi stessi operatori”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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