Skip to main content

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

16 luglio – “Esiste una carenza di manodopera specializzata, sul territorio regionale. Per questo motivo, chiediamo di rivedere la legge regionale 5, che attualmente regolamenta la formazione professionale in Emilia-Romagna, che impone ai giovani interessati ad intraprendere questo percorso a frequentare obbligatoriamente almeno un anno delle scuole superiori”.

Il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, chiede un atto di modernizzazione per l’apparato formativo regionale. Lo ha fatto con una risoluzione che vede a prima firma Bergamini, ma sottoscritta anche dal resto del gruppo consigliare della Lega.

“Il sistema regionale risente ancora degli appesantimenti ideologici che seguirono al tentativo di riforma scolastica di alcuni anni fa”. Cosa accadde? “Una parte politica – ricorda Bergamini – riteneva la formazione professionale come un percorso di “serie B”, ed anche per questo si cercò di riproporre una sorta di liceizzazione dei percorsi di studio, compresi quelli tecnici”.

Il risultato è presto detto: “Per conseguire l’obbligo formativo e per accedere ai percorsi professionalizzanti (detti IeFP; ndr) – dice Bergamini – i ragazzi devono frequentare un anno in un Istituto statale, provando sulla loro pelle l’insuccesso, salvo poi dover essere rimotivati nei centri di formazione accreditati dalla Regione, dove frequentare due anni di corso”.

Cosa che non succede in altre Regioni, come per esempio in Veneto, dove i potenziali candidati possono intraprendere senza balzelli il loro percorso già a 14 anni. In provincia di Ferrara, l’anno che sta per concludersi porterà a compimento una sperimentazione per l’ingresso “facilitato” nel sistema di IeFP. Senza tuttavia la possibilità di inserire candidati 14enni, proprio per i limiti “strutturali” dovuti alla legge regionale 5, che ora la Lega vorrebbe cambiare, omogeneizzando le normative rispetto alle regioni vicine. “Il sistema formativo regionale è di assoluta eccellenza – sottolinea il consigliere leghista – e permette di completare l’obbligo scolastico, svolgere percorsi formativi di secondo e terzo livello, fino in alcuni casi ai master organizzati in collaborazione con l’Università. Esistono una serie di professionisti ricercatissimi sul mercato del lavoro: dai saldatori agli addetti nel settore dell’acquacoltura, dai carpentieri che lavorano in ottica 4.0 sino ai piloti di droni, solo per fare alcuni esempi. Chiediamo di rimuovere gli ostacoli normativi che impediscono alle nostre aziende di trovare lavoratori specializzati ed ai giovani di trovare precocemente un’occupazione – concludono i consiglieri regionali della Lega -. La speranza è che si possa ragionare senza pregiudizi ideologici e con un approccio propositivo ad una revisione organica della legge che regola la formazione, perché è arrivato il momento di farlo”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it