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da: Centro Medico Sant’Agostino

L’arte in sala d’attesa: una nuova mostra al Centro Medico Santagostino. Sino ad aprile con gli scatti di Davide Righi, “Dietro la tela”.

Bologna, 29 gennaio 2016 – L’occhio indiscreto di una macchina fotografica dentro gli studi di quattro artisti. Il fotografo Davide Righi svela cosa accade “Dietro la tela”, in quei luoghi che spesso rimangono inaccessibili ai più, l’intimità dell’atelier, per ritrarre il momento decisivo della realizzazione di un’opera.

Gli artisti osservati sono i ferraresi Flavia Franceschini, Daniele Cestari, Marcello Carrà, Enrico Bovi. «Il progetto è nato dall’amore per la pittura e dall’amicizia che mi lega ad alcuni artisti ferraresi», spiega Davide Righi. «Queste foto vogliono essere soprattutto un omaggio al loro lavoro».

“Dietro la tela” sarà visitabile dal 12 febbraio al 20 aprile 2016 presso il Centro Medico Santagostino, il poliambulatorio specialistico nel centro di Bologna che offre assistenza sanitaria di qualità e a prezzi contenuti, e che dedica un’attenzione speciale alla relazione tra medico e paziente. Tutti i giorni con orario continuato dalle 8.00 alle 21.00 e il sabato dalle 8.00 alle 17.00.

“Dietro la tela”
fotografie di Davide Righi
dal 12 febbraio al 20 aprile 2016
Ingresso gratuito,
Centro Medico Santagostino
Via Massarenti 46/i – tel. 051 398121
Inaugurazione venerdì 12 febbraio, ore 18.30-20
www.daviderighiphoto.jimdo.com
www.cmsantagostino.it

Davide Righi è nato nel 1981, abita e lavora a Ferrara. Pratica la fotografia da una decina d’anni; nel 2007 ha vinto il concorso Ferrara Nordkapp “Ferrara City for Cyclists – La Bici in fiore nella Città degli Estensi”. Ama spaziare nei generi fotografici, privilegiando il paesaggio, il ritratto e le foto di viaggio.

PER INFORMAZIONI AL PUBBLICO:
Centro Medico Santagostino
Piazza Sant’Agostino, 1 – Milano
Via Panfilo Castaldi, 6 – Milano
Via Vincenzo Foppa 7 – Milano
Viale Lucania 6 – Milano
Via Mercadante 16 – Milano
Via Gorizia, 23 – Sesto San Giovanni
Via Massarenti 46/i – Bologna
Tel. 02.89701701 – www.cmsantagostino.it
www.cmsantagostino.it/bologna

IL CENTRO MEDICO SANTAGOSTINO
Il CENTRO MEDICO SANTAGOSTINO, poliambulatorio specialistico, è stato inaugurato nel 2009 con la sede di piazza Sant’Agostino. Il progetto è promosso da Oltre Venture Capital Sociale, una società che realizza iniziative di interesse collettivo, privilegiando il ritorno sociale rispetto a quello economico. Questo permette di applicare tariffe calmierate, inferiori del 30-50% al mercato privato milanese.
Il progetto del Centro si propone di interpretare un bisogno sanitario emergente e diffuso: una medicina specialistica di alto livello anche in aree attualmente poco coperte dal servizio sanitario pubblico come l’odontoiatria, la psicoterapia, la logopedia e la fisioterapia, a costi accessibili a tutti, rapida nell’intervento, attenta ai bisogni anche relazionali del paziente.
Il Centro vuole essere qualcosa di più di un tradizionale poliambulatorio: un vero e proprio “luogo della salute” dove le persone si sentano accolte. In questo senso Santagostino pone grande attenzione non solo alla qualità della visita, ma anche all’erogazione di servizi di orientamento e assistenza. Anche in un’ottica di prevenzione e non solo di cura.

QUALCHE NUMERO
– 8 centri medici aperti (7 a Milano, 1 a Bologna)
– 8 modalità di prenotazione (whatsApp, Telefono, Mail, Sms, App, Facebook,Chat, Sito)
– 20 secondi: il tempo medio di attesa del call center
– 3 giorni il tempo medio per avere una visita
– 63mila pazienti nel 2015
– costo visita specialistica: 60 euro (prezzo bloccato dal 2009)
– costo seduta psicoterapica: 35 euro
– 350 specialisti provenienti dalle più importanti strutture sanitarie
– + 60% di fatturato dal 2009 al 2015

L’OFFERTA MEDICA
Visite specialistiche (ginecologia, dermatologia, oculistica, ortopedia, chirurgia, otorinolaringoiatria, fisiatria, cardiologia ecc); Odontoiatria; Psicoterapia, psicologia e psichiatria; Terapie (logopedia, fisioterapia, osteopatia); Servizio ecografico ed esami di laboratorio

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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