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Cari amici e care amiche,

siamo alle prese con settimane cruciali per sostenere la ripresa dell’Italia e della nostra Emilia-Romagna. Una ripresa che ci pone innanzi tante sfide per il futuro di lungo periodo della nostra società, profondamente scossa da questi due anni di pandemia. Proprio la pandemia che, nonostante le nostre vite siano ormai tornate alla piena normalità dai scorsi mesi estivi e anche i settori più a rischio hanno potuto riaprire e ripartire, non è in alcun modo da considerare finita. Grazie al vaccino siamo riusciti a contenere il contagio, anche in questa prima fase della stagione fredda, vi ricordo che proprio in questi giorni lo scorso anno sono state istituite le zone e i colori che per lunghi mesi hanno contrassegnato le nostre vite. Nonostante questo buon risultato, non possiamo assolutamente permetterci di abbassare la guardia e dobbiamo vaccinarci tutti e tutte senza esitazione. Gli scontri avvenuti in molte città e i gravi atti di vandalismo ai danni delle sedi vaccinali accaduti anche a Ferrara vanno condannati con ogni mezzo.

In Regione l’agenda è fitta di appuntamenti. In questo mese di novembre inizia il lavoro di confronto e mediazione per la stesura del bilancio 2022, che arriverà in aula prima delle festività natalizie, in modo da fornire all’ente regionale tutti gli strumenti per affrontare al meglio un nuovo anno di investimenti che avrò modo sicuramente di spiegarvi nelle prossime settimane. Intanto continua il sostegno alle categorie più colpite dalle restrizioni dei mesi scorsi. Proprio in queste settimane è stato aperto il bando per destinare fondi alle associazioni sportive per consentire loro di riprendere le tante attività.

Anche sul versante politico ci sono appuntamenti importanti all’orizzonte. Infatti il Partito Democratico, a livello regionale, è chiamato a rinnovare i propri vertici eleggendo il nuovo segretario. Ci tengo a ringraziare il segretario uscente, Paolo Calvano, per tutto il lavoro svolto in questi lunghi anni. Nelle prossime settimane in ogni federazione provinciale e in ogni singolo circolo del PD si svolgeranno momenti di dibattito e confronto per la scelta tra i vari candidati. Un momento di democrazia al nostro interno che ci contraddistingue rispetto a molte altre forze politiche.

Marcella Zappaterra

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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