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Da: Comitato salvaguardia ospedale del Delta

Dopo un periodo di attesa “alla finestra” eccoci nuovamente qua a parlare di sanità: una bella parola vero? Specialmente in questo cupo periodo storico mondiale. Si è letto, sui quotidiani di ieri, del dottor Tiziano Carradori (che dal 1° marzo non è più direttore generale dell’ospedale di Cona ma commissario straordinario dell’azienda ospedaliera di Ferrara, in più è anche sub commissario per la provincia di Ferrara per l’emergenza Coronavirus) di un suo intervento alquanto disarmante che, a mio avviso, è possibile riassumere in un’unica frase: Cona si è sacrificata per “ben un mese e mezzo”, adesso rimandiamo sulla rete territoriale, pubblica e privata, l’utenza COVID positiva che non necessita di terapia intensiva. Ma stiamo scherzando? Ma il “grande HUB di Cona” (che io preferisco chiamare “l’ospedalone”) vuole scaricare sull’azienda USL tutto il pacchetto? Non è proprio il caso esimio dottor Carradori, non è giusto! È sin dal lontano 2013 (attraverso i vari “piani strategici e di riorganizzazione”, replicati anche negli anni successivi attraverso i famigerati tagli lineari nel nome della sostenibilità) che l’azienda USL è stata depauperata dei propri servizi a favore di Cona, in pratica l’AUSL si sta sacrificando da 7 anni a oggi! Sindaci dovete dire basta a questo scempio, dovete farlo per la vostra comunità dal momento che la rappresentate come Prima Autorità Sanitaria del territorio in Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria! Non permette che avvenga un ulteriore depauperamento, non permettete che tutto si concentri ulteriormente su Cona! E poi, per favore, la CTSS è sempre stata pubblica: perché se ne sente parlare ma non è possibile seguirla in nessun luogo, a parte “stringati riassunti delle puntate precedenti”? Dovete permettere alle persone di partecipare alla vita sociale e politica (in particolare se si parla di politiche sanitarie), anche se in streaming, di questa provincia: siamo chiusi in casa e non abbiamo nemmeno il diritto di assistere alla CTSS proprio in questo delicatissimo momento? Assurdo, surreale! Nemmeno gli operatori sanitari stessi, volendo, possono assistere! Ma non è solo questo che fa rimanere basiti, lo è anche il fatto che il Presidente della CTSS Alan Fabbri abbia, non si capisce bene per quale motivo, richiesto l’intervento della Regione facendo partecipare, alla CTSS di domani, il commissario ad acta regionale dottor Sergio Venturi: ma per cosa scusate? Perché i due direttori “non vanno d’accordo”? Ma non serve mica un genio per comprendere che il dottor Claudio Vagnini, direttore dell’azienda USL, sta difendendo a giusta ragione la rete ospedaliera territoriale: al dottor Vagnini massima solidarietà e rispetto per come sta attualmente gestendo l’emergenza Coronavirus, uno dei migliori direttori generali che la provincia di Ferrara abbia mai avuto l’onore di ospitare. E quindi il dottor Venturi cosa dovrebbe venire a fare? A dare ragione all’uno o all’altro? A riappacificare i due direttori? Ma stiamo scherzando? E lei sindaco Alan Fabbri alla fine non ha poi mica detto ciò che pensa e in particolare cosa avrebbe intenzione di fare (a parte i 350 test che la Regione le deve autorizzare), come mai? Mi sono perso qualche cosa? Io non credo. Smettetela per favore con questa “soap opera” e date un forte segnale dalla CTSS: ovvero che il sistema sanitario ferrarese non venga ulteriormente depauperato, anzi che sia rafforzato e che torni agli “antichi splendori” dal momento che mai più che oggi questa esigenza è prioritaria e fondamentale.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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