Skip to main content

Da: Ufficio Stampa Legacoop Estense

-Legacoop Bologna, Legacoop Estense e Confindustria Emilia Area Centro hanno sottoscritto un protocollo d’intesa
-Obiettivo è valorizzare lo strumento dei workers buyout per superare situazioni di crisi o di mancanza di ricambio generazionale
-Sono oltre 60, in Emilia-Romagna, le cooperative nate per iniziativa dei lavoratori

Un protocollo d’intesa per valorizzare il workers buyout, la riattivazione di aziende da parte dei lavoratori, come strumento per la soluzione di crisi di impresa o per garantire la continuità aziendale in caso di mancanza di ricambio generazionale. E’ l’obiettivo principale del protocollo d’intesa firmato ieri da Rita Ghedini, Andrea Benini e Alberto Vacchi, presidenti rispettivamente di Legacoop Bologna, Legacoop Estense e Confindustria Emilia Area Centro.

Le associazioni firmatarie creeranno un gruppo di lavoro paritario che, nei casi indicati dal protocollo, valuterà l’esistenza delle condizioni economico-finanziarie e sociali per la nascita di una nuova cooperativa, promossa dai dipendenti dell’impresa in crisi o senza ricambio generazionale.
I firmatari, inoltre, supporteranno le imprese cooperative nate da WBO nell’accesso agli interventi finanziari e di sostegno previsti nella legge dedicata alle “Misure per il credito e cooperazione – Misure urgenti a salvaguardia dei livelli di occupazione”.
Le nuove imprese potranno procedere alla doppia adesione alle associazioni di rappresentanza: Confindustria Emilia Area Centro e Legacoop del proprio territorio di riferimento.
“Sono due gli aspetti determinanti di questo protocollo: il primo è che il workers buyout è riconosciuto come uno strumento utile per la tenuta sociale, economica e occupazionale del territorio – dichiara Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna – L’altro aspetto è l’importanza della forma cooperativa, assieme alla comune assunzione di responsabilità dei lavoratori, per conservare occupazione e capacità produttiva. Cioè creare benessere per le comunità”.

Confindustria Emilia Area Centro si è impegnata a diffondere il protocollo tra i promotori di nuove iniziative imprenditoriali provenienti da proprie associate, che siano interessati al WBO, nell’ottica della tutela di azienda e occupazione.
“La firma di questo protocollo si inserisce nell’ambito di un dialogo territoriale costante e aperto con tutte le categorie e le istituzioni – ha dichiarato il presidente di Confindustria Emilia, Alberto Vacchi – Un dialogo volto a supportare le imprese, la loro crescita e la loro continuità e che passa anche da uno strumento come quello del workers buyout che può rivelarsi una risposta utile per risolvere situazioni di crisi aziendali o superare la mancanza di passaggio generazionale. Tutto quello che possiamo fare per non perdere imprese va fatto, sempre nell’ottica di salvaguardare lo straordinario patrimonio di conoscenze, ingegno e qualità che caratterizza il nostro territorio”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it