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Si parla di Expo, si parla di cibo, si parla di lotta alla fame e alla malnutrizione. Si parli un po’, allora, anche dello spreco alimentare, piaga che affligge le civiltà occidentali, opulente e spesso insoddisfatte, dove, tuttavia, non vi è cibo per tutti.
Ci si scandalizza, ma si fa ancora troppo poco. Esistono sicuramente alcune iniziative lodevoli di singoli rivenditori, panettieri in particolare, di cui abbiamo parlato [vedi], che, a fine giornata, donano il prodotto invenduto a chi ne ha bisogno. Ma si può e si deve fare di più. Insieme. Perché non si può tollerare che si getti via il cibo quando, ogni giorno, ci sono tante persone a non averne abbastanza.

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Logo dell’iniziativa

Ecco allora il progetto della Caritas Internazionale, FameZero, dove ogni partecipante ha un ruolo preciso. Tramite piattaforma web e un sistema di app collegate, si vuole recuperare parte importante del cibo in eccesso da dispense e frigoriferi di cittadini e di attività commerciali. Basta registrarsi sul sito e aderire. Si può essere donatore, angelo o centro di raccolta. Non sono necessari particolari caratteristiche, si potrà effettuare il login anche tramite social network, tutti potranno aderire all’iniziativa. Basta volerlo.
I donatori, che possono anche restare anonimi, possono esser privati cittadini, attività commerciali, eventi, sagre e ristoranti che decidono di mettere il loro cibo che finirebbe sprecato a disposizione della comunità; a tale scopo basterà pubblicare un annuncio riguardo a ciò che intendono donare. Ogni comunicazione sarà diretta all’“angelo” della relativa zona territoriale (non andrà, quindi, direttamente in bacheca): gli angeli sono dei soggetti ai quali, dopo un’attenta selezione, sarà affidato il compito di recuperare il cibo presso le diverse realtà donanti. L’annuncio verrà effettivamente reso pubblico (a nome dell’“angelo” o del centro di raccolta) solo quando l’”angelo” avrà ritirato e deciso cosa fare con il cibo. Il donatore avrà modo, dal sistema, di conoscere lo stato attuale del cibo e potrà effettuarne il ‘tracking‘ per vedere dove è e se è stato effettivamente consegnato. Una notifica di avvenuta consegna sarà inviata al donatore. Le risorse alimentari saranno consegnate all’ultimo soggetto del sistema FameZero: i centri di raccolta, cioè associazioni e realtà di volontariato che, ognuna per la sua area di riferimento, distribuirà il cibo ai bisognosi della zona, sfruttando l’approfondita conoscenza del territorio.
Perché la rete possa realmente funzionare, sono stati previsti anche sistemi di controllo che possano rassicurare i partecipanti sull’effettiva utilità del loro impegno e sul concreto utilizzo finale che viene fatto del cibo messo a disposizione. Da una parte, i donatori potranno infatti seguire l’intero percorso degli alimenti consegnati agli angeli per comprendere cosa ne viene effettivamente fatto, dall’altra, l’operato degli angeli e dei centri di raccolta sarà attentamente verificato tramite una valutazione che, se dovesse risultare negativa, comporterà l’esclusione dal progetto delle realtà o dei soggetti negligenti. Lo scopo è quello di creare un’applicazione che permetta di aiutare la popolazione inizialmente italiana ma, successivamente, anche mondiale, a sfruttare la tecnologia presente sui dispositivi mobile, al fine di migliorare la gestione degli sprechi alimentari sul territorio. Perché si comprenda bene che quel cibo in eccesso potrebbe essere usato per soddisfare le esigenze di base di persone più bisognose.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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