La politica brutta
In questi giorni, gli spazi pubblicitari delle tante fermate degli autobus a Ferrara sono invasi da manifesti con la figura del senatore Alberto Balboni.
Sono stati affissi subito dopo la sua uscita al Senato in cui ha accusato il PD di “aver aperto una breccia alla mafia”; subito dopo che si è recato in carcere a Ferrara per ascoltare le rivendicazioni degli agenti di polizia penitenziaria.
Il testo è un concentrato di demagogia: “Salvaguardando l’ergastolo ostativo abbiamo reso onore al sentimento di giustizia. Non vi può essere libertà e democrazia senza la protezione dei più deboli“.
Non entro nel merito della discussione sull’ergastolo, su cui scriverò prossimamente su Astrolabio, il giornale del carcere di Ferrara. Penso, nel mio piccolo, che lasciare una persona in carcere per tutta la vita, senza la possibilità di ottenere benefici , sia in contrasto con la funzione rieducativa della pena prevista dalla nostra Costituzione. Non è un caso che il nostro Paese sia stato più volte sanzionato dalla Corte dei diritti umani di Strasburgo proprio in merito all’ergastolo ostativo.
Il senatore Balboni è ovviamente libero di far politica come crede, ma mi stupisce molto che in un manifesto in cui campeggia ancora la fiamma dei fascisti del Movimento Sociale Italiano ci siano parole come “giustizia, libertà, democrazia, protezione, deboli”.
Mi sorprende perché quelle parole non mi sembra appartengano al vocabolario della destra.
Mi sconcerta intuire questa presa in giro dei cittadini.
Mi infastidisce questa diffusione massiccia di ipocrisia.
Mi disturba avvertire in quel messaggio qualcosa di viscido.
Sono parole con il ‘naso lungo’ che suonano male perché non in armonia con chi ‘le ha suonate’.
Io ho paura di questa politica brutta, nera e “schifosa che fa male alla pelle” [1].
Credo ci sia bisogno di riappropriarsi delle parole, non solo per ricondurle ai nessi storici a cui fanno riferimento, ma anche e soprattutto per recuperare il senso buono del far politica.
[1] da “Io se fossi Dio” di Giorgio Gaber
In copertina: Foto da “BOLLETTINO PATTRIOTTICO” del 20 ottobre 2022, titolo dell’articolo: “Ergastolo Ostativo. Balboni (FdI): governo Meloni conferma impegno per rispetto legge e certezza pena”. Tratto dalla testata online “La voce del Patriota”
Mauro Presini
Comments (2)
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
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Francesco Monini
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Grazie, perché quei manifesti dovevano essere commentati. Trovo che il termine demagogico sia riduttivo, anche se è corretto. Qui io vedo un uso strumentale dei sentimenti e dei bisogni delle persone per stravolgereli, per far credere ciò che non è, per lasciare tutti, i poveri cristi che hanno sbagliato e devono pagare, e gli altri che non sanno a chi dare la colpa del proprio disagio, in balia di sfruttatori che rubano il loro, pur poco, potere. Rivoltante.
Grazie, il disgusto di fronte a quei manifesti mi aveva lasciato senza parole.